Gesù è venuto a guarire ogni male

XIII domenica t.o.  Sap 1,13-15; 2,23-24; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43

Gesù è venuto per il bene di tutti e contro ogni forma di male che ci imprigiona. Questa fede non è una delle religioni, ma il fatto dell’intervento di Dio nei drammi e nei disastri dell’uomo. Israele, popolo di Dio, ha conosciuto questa potenza salvifica di Dio e ha imparato ad attenderla in modo definitivo dal Messia/Cristo di Dio.Il caso della bambina sequestrata dalla morte riguarda proprio la gente di Israele; il padre è uno dei capi della sinagoga. Non sappiamo cosa pensa di Gesù, ma gli si getta ai piedi e lo supplica con insistenza perché le imponga le mani e la riporti alla vita. Una sola frase per descrivere l’incontro della fede della sinagoga con il Messia atteso come dono di Dio per sanare il popolo. Gesù accetta la richiesta. Molta folla è testimone.Poi viene la donna che perde sangue da dodici anni, tanti quanti quelli della bambina morta. Alla malattia della donna, la Legge attaccava la sanzione dell’impurità che costringeva alla solitudine a colei che ne fosse colpita. Sia la donna che la bambina dicono che l’umanità è ferita e ha bisogno di essere salvata dal male che la separa da Dio.La donna incatena la propria speranza di salvezza alla possibilità di toccare le vesti di Gesù. Non è più l’infetto che contagia, ma la persona di Gesù che, contaminandosi con noi, guarisce e salva chi è malato e prigioniero. Per amore, fino alla morte.La donna lo aveva solo sfiorato. È Gesù, però, a cercarla. L’evento della guarigione è partito dalla fede della donna: Figlia, la tua fede ti ha salvata. E lei ora, per il dono ricevuto, è consapevole di trovarsi davanti al Salvatore. La sua non è paura, ma timore di Dio.Anche la bambina ghermita dalla morte e risollevata alla vita dice che Gesù, il Figlio di Dio, ritrova la creatura ferita e la restituisce all’amore del Padre. Questa appare una vicenda privata, mentre quella della donna emorroissa è pubblica, ma il significato è lo stesso. Gesù dinanzi al dolore e al lutto, si muove a compassione e interviene con la forza dell’Unto di Dio. Contestando il fatto stesso della morte – “La bambina non è morta, ma dorme” – Gesù allude alla sua vittoria sulla morte. Talità Kum è annuncio pasquale, è notizia della risurrezione universale.