Il cristiano che resta in Cristo porta frutto
La parola chiave di questa settimana è rimanere
La parola chiave della quinta domenica di Pasqua è rimanere. Questo verbo indica una sosta, l’azione del fermarsi presso un luogo o una persona. È un verbo proprio del vocabolario dell’evangelista Giovanni, con il quale viene indicata la speciale relazione che si deve instaurare tra Cristo e i suoi discepoli. Il significato del verbo viene ancor di più esplicitato dall’immagine della vite e dei tralci. La relazione con Cristo cresce e si alimenta nella misura in cui si rimane in sua compagnia. Il cristiano dimora in Cristo e grazie a lui diviene portatore di frutti. La vita matura accanto a Gesù, instaurando una relazione stabile con lui. Rimanere in Gesù vuol dire scegliere di vivere nella condivisione del proprio cammino con lui. Più concretamente sono almeno tre i modi per rimanere in Cristo: l’ascolto della Parola, la vita sacramentale, l’amore per il prossimo. Si rimane in Cristo quando dedichiamo del tempo congruo alla Parola di Dio. Al mattino dovremmo iniziare la giornata facendo nostro un passo del Vangelo, per lasciarci guidare dalla voce di Gesù. I Sacramenti, poi, costituiscono un modo privilegiato per rimanere con Gesù, specialmente l’Eucaristia. Gesù entra in noi e si fa spazio nella nostra vita. La carità, infine, ci porta a riconoscere Gesù nel volto dei fratelli e nella quotidianità delle nostre giornate. Rimanere in Gesù ci fa crescere come discepoli e sopratutto come uomini, perché è lui che ci permette di maturare pienamente e realizzare il bello a cui tendiamo. Rimanere in Gesù vuol dire anche avere il coraggio di fermarsi. L’ascolto della Parola, gustare la presenza di Cristo nei Sacramenti e nei fratelli necessita di staccare la spina dal resto dei nostri interessi. Siamo abituati a fare più cose contemporaneamente e in maniere sempre più veloce, tuttavia le relazioni si coltivano nella lentezza. Rimanere in Gesù è un modo diverso per dire amicizia, che necessita di tempi propri e dedizione talvolta esclusiva. L’amicizia è un lavoro artigianale, non ci si può dedicare ad essa tra una cosa e l’altra. Bisogna avere il coraggio di fermarsi e fare una scelta per investire energie per alimentare l’amicizia con Gesù. Cari amici, Gesù desidera relazionarsi con noi, entrare in dialogo con nostre vite. Quanto tempo gli dedichiamo? Riusciamo a condividere con lui ogni aspetto di noi, come avviene tra amici? Durante la settimana ci ritagliamo uno spazio per raccoglierci in preghiera e aprire il nostro cuore alla sua grazia? Chiediamo allo Spirito di poter sostare sempre più di fronte al Signore per poi riconoscerlo lungo la strada della mostra esistenza.