Il missionario del Volto Santo
San Gaetano Catanoso si dedicò agli ultimi e fu fondatore delle Suore Veroniche
Gaetano Catanoso nasce a Chorio di San Lorenzo, il 14 febbraio 1879 e muore a Reggio Calabria, il 4 aprile 1963. Terzodi otto figli, a 10 anni entrò nel Seminario arcivescovile di Reggio Calabria ma, costretto per motivi di salute a ritorni temporanei in famiglia, all’età di 15 anni attirò l’attenzione improvvisandosi predicatore nella chiesa di Chorio, preludio alla sua futura missione sacerdotale. Fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1902 dal cardinale Gennaro Portanova, arcivescovo di Reggio Calabria. Fino al marzo del 1904, rimase al seminario come prefetto d’ordine, poi fu nominato parroco di Pentedattilo, piccolo paese isolato e povero dell’area grecanica dove condivise con i suoi fedeli una vita fatta di stenti e privazioni. Fu promotore nella devozione al Volto Santo, del quale divenne missionario nel 1918 aderendo all’arciconfraternita di Tours in Francia che gli permise nel 1919 di erigere una “Confraternita del Volto Santo” nella sua parrocchia di Pentidattilo. Pur essendo costretto ad esercitare in una piccola località, condivise l’amicizia e le opere sociali ed assistenziali di due futuri beati, Luigi Orione e Annibale Maria Di Francia, favorendone lo sviluppo anche in Calabria. Nel 1921 fu nominato parroco nella chiesa di Santa Maria della Candelora o della Purificazione a Reggio Calabria, dove esercitò fino al 1940. Qui ebbe modo di ravvivare nei fedeli la devozione eucaristica e mariana, promosse l’istruzione catechistica ed una “crociata” contro la bestemmia; indisse missioni per i fedeli sia in quaresima che nel mese di maggio, coordinando le cosiddette “Squadre Volanti” di sacerdoti, disposti ad aiutare i parroci per le confessioni e per le predicazioni. Nel 1930 divenne canonico del capitolo della Cattedrale, dove fondò nel 1934 la congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo, con lo scopo di erigere asili e scuole di formazione catechistica in posti lontani e disagiati. Nel 1935 vi fu l’apertura della prima casa a Riparo, nella periferia di Reggio Calabria; quindi nel 1956, stese le costituzioni, iniziò la costruzione della Casa Madre che ebbe l’approvazione il 25 marzo 1958 con l’Istituzione delle Suore Veroniche. In vecchiaia si dedicò alle confessioni, diventando “il confessore della Chiesa reggina” e direttore spirituale di vari istituti religiosi, pur continuando a guidare spiritualmente le suore. Negli ultimi anni di vita ebbe la consolazione di veder realizzato il suo grande sogno, il santuario dedicato al Volto Santo, eretto vicino alla Casa Madre delle Suore Veroniche. Sofferente nel fisico ma lieto in spirito, si spense dopo aver rivolto le ultime parole di ringraziamento al Signore: “In te, Domine, speravi, Gesù, Maria, Giuseppe”. Alle suore diceva: «Voi dovete andare nei centri più abbandonati, là dove altre Congregazioni rifiutano di andare; il vostro posto è quello di raccogliere le spighe sfuggite ai mietitori». E sempre parlando delle suore diceva: «Le suore che io volevo non dovevano avere né casa, né mobili, né giardino, dovevano essere ricche di povertà e senza pretese, accontentandosi di tutto, come dono del Signore. Le presi dal popolo, anime semplici e le mandai così, come gli Apostoli di Nostro Signore, senza nulla, nei paesi che più avevano bisogno». Fu anche cappellano delle carceri e dell’ospedale, padre spirituale del seminario diocesano, canonico penitenziere della Cattedrale. 34 anni dopo la sua morte, il 4 maggio 1997, fu beatificato da papa Giovanni Paolo II e proclamato santo da papa Benedetto XVI il 23 ottobre 2005 nella prima cerimonia di canonizzazione. Si festeggia il 4 aprile, giorno della sua “nascita in cielo”.