Diocesi
Sacerdoti secondo il cuore di Cristo
L'Arcivescovo Nolé ha presieduto la solenne liturgia di ordinazione nella Cattedrale di Cosenza.
Nel giorno dedicato al Sacratissimo Cuore di Gesù, che quest’anno è ricaduto di venerdì 23 giugno, l’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano si è impreziosita di cinque nuovi sacerdoti don Rocco Balsano, don Giulio Cesare De Rosis, don Pasquale Panaro, don Pierluigi Porco e don Franco Staffa. Dopo la processione presbiterale lungo la via che conduce dalla Curia sino al Duomo, ha avuto inizio la solenne celebrazione d’ordinazione presbiterale, presieduta dall’arcivescovo mons. Francescantonio Nolè, affiancato dall’arcivescovo Emerito mons. Salvatore Nunnari e da mons. Antonio Lucibello Arcivescovo di Thurio e dal collegio dei presbiteri. A conferire gaudiosa solennità all’azione liturgica il Coro della Diocesi di Cosenza, diretta dal M° Serafino Bianco che sin dal canto d’ingresso invita l’assemblea dei fedeli a un clima di composto raccoglimento per celebrare “il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia”. Attraversata la navata centrale, l’Arcivescovo, i concelebranti e gli ordinandi si sono avvicinati all’altare per l’inizio della sacra liturgia, avvolti da un ideale abbraccio dato parenti, amici, dai compagni di seminario e dai membri delle comunità parrocchiali di provenienza. Dopo le letture gli ordinandi sono stati invitati a presentarsi per essere ordinati sacerdoti e la loro presentazione all’Arcivescovo Nolè e alla comunità dei fedeli è stata curata dal rettore del Seminario diocesano, don Luigi Bova, emozionato come potrebbe esserlo un fratello maggiore che si è curato di fratelli da accompagnare, in modo particolare, sino a questo momento in cui Rocco, Cesare, Pasquale, Pierluigi e Franco sono stati chiamati partecipare radicalmente al sacerdozio di Cristo, da Cristo stesso. Da don Bova, la parola passa a mons. Nolè che ha così rivolto a loro queste parole nell’omelia: «Prima di tutto consentitemi di salutare e abbracciare mons. Salvatore Nunnari, col quale condividiamo la gioia di questo momento. Lui vi ha accolti e seguiti, ed oggi io raccolgo i frutti. Saluto e abbraccio mons. Antonio Lucibello, che ha voluto essere presente come rappresentante esimio della comunità di Spezzano. E un caro saluto non può non andare ai formatori, ai loro parroci, al clero tutto e, in particolare, alle vostre famiglie. Franco, Rocco, Pierluigi, Pasquale e Cesare non ci sono parole per dire grazie al Signore. Affidiamo il nostro grazie, dunque, a Gesù Cristo Buon Pastore affinché sia un ringraziamento esaustivo. Il Signore ha pensato da sempre a voi come consacrati a lui infatti ‘ Dio vi ha scelto come popolo particolare’ cioè eletto. Dio si è legato a voi non perché siete numerosi, intelligenti o virtuosi ma perché il Signore vi ama. E io sono profondamente convinto che voi avete scelto questo giorno, dedicato al Sacro Cuore di Gesù, non solo per devozione ma perché il cuore è il centro dell’amore della persona e il cuore di Dio è centro del cuore del mondo, è il centro dell’amore infinito di Dio, è il centro della sua Misericordia. Mettere la nostra vita nel suo cuore, è ciò che di più grande il Signore può permettere». A chi deve amministrare i suoi ministeri, in modo particolare, è chiesto di essere sacerdoti secondo il cuore di Cristo:«il Signore vi vuole aperti, generosi, con un cuore grande e accogliente – continua l’Arcivescovo – sapendo che da soli, senza mettere le nostre vite nel suo Cuore, non ce la protremmo fare a trovare la giusta via, che è sempre la strada dell’amore, della Croce, del sacrificio. Mantenete sempre alto l’ideale che avete abbracciato: conformarvi a Cristo povero, umile e crocifisso a servizio del suo Regno. Vi accorgerete ogni giorno che la distanza tra l’amore di Dio e la nostra risposta è enorme, immensa, infinita. Questo non ci deve scoraggiare: vivete nella consapevolezza di essere servi premurosi, ma anche di essere peccatori bisognosi della sua Misericordia esprimendolo ogni giorno nella preghiera penitenziale, nel ‘Confesso’. Vivete assieme alle vostre comunità, non solo ‘per’ i fratelli siate capaci di entrare in comunione con l’altro. Siate preti come Gesù e le vostre comunità vi vogliono: umili, semplici, poveri. Umili, perché chi è superbo è falso, è gonfio. Semplici, perché a loro Dio ha rivelato il suo Regno; Poveri, perché Cristo insegna che non basta amare i poveri ma bisogna amare la povertà. Amate Cristo povero, in libertà: solo chi è libero, ama. Lasciatevi coinvolgere, quindi, dal popolo di Dio ma siate custodi gelosi della vostra libertà interiore e decisionale. Avrete tante tentazioni nelle parrocchie, molte persone che vogliono sconvolgere il vostro stile di vita. Siate capace di dire quei no che vi fanno vivere, che non vi stravolgano e sconvolgano l’esistenza, vivendo la liturgia in semplicità ma anche con nobiltà facendo attenzione a far passare la persona di Cristo nelle vostre celebrazioni e soprattutto nella celebrazione Eucaristica, che è la celebrazione del perdono. Amate Maria, e come lei, gareggiate a pregare, ad adorare Cristo e a essere voi stessi». L’omelia si è conclusa con un invito agli ordinandi ad amare la Chiesa, il Papa, i Vescovi e i confratelli, essendo consapevoli di peccatori sulla via della santità. A seguire, il rito dell’imposizione delle mani e la preghiera d’ordinazione, in cui gli eletti si sono avvicinati all’Arcivescovo Nolè, che ha imposto in silenzio le sue mani per primo sul capo degli eletti e, dopo di lui, tutti i presbiteri presenti. A questo punto Nolè ha pronunciato la preghiera d’ordinazione. Il 2017 ha donato alla nostra diocesi sette nuovi sacerdoti, da gennaio a giugno: e a noi, come Chiesa di Cristo in cammino sulla terra, è richiesto di pregare per i nostri sacerdoti e per i seminaristi. Una comunità che prega per le vocazioni, sarà una Chiesa ricca di nuove messi. Di questi frutti, ne godremo tutti.