San Francesco, lux misericordiae

Sabato a Paola, nel VI centanario della nascita del Patrono calabrese, sarà inaugurata la mostra a cura di monsignor Pietro Amato.

Il 16 luglio prossimo sarà inaugurata presso il Santuario di Paola, la IV Biennale Internazionale di Grottaglie, “Lux Misericordiae” a cura di monsignor Pietro Amato, eccezionalmente allestita presso la città di san Francesco. La mostra di pittura, incisione, scultura, ceramica e fotografia sarà visitabile presso la sala delle esposizioni del Santuario del taumaturgo paolano fino al prossimo 8 gennaio. Come lo stesso Monsignor Amato afferma nell’introduzione del catalogo della quarta edizione della biennale «Lucee Misericordia sono termini che si confanno a questo evento d’arte internazionale, che sin dalle origini ha visto nella parola “luce”la protagonista assoluta dell’arte e nella parola “misericordia”l’attualità dell’anno: la celebrazione del Giubileo della Misericordia e il VI Centenario della Nascita di san Francesco di Paola (1416-2016). Il Patriarca dell’Ordine dei Minimi, vuole la letteratura, ha ricevuto dal cielo il Charitas e lo ha consegnato ai suoi frati, alle monache, al terz’Ordine, ai suoi devoti. Misericordiae Charitasconvergono nel collocare l’uomo al centro dell’attenzione di Dio, dell’universo, dell’uomo stesso. Se la luce è la nota specifica di un’opera d’arte – continua Amato – è dell’uomo la partecipazione al mistero luce, la quale è creativa, è matrice di vita, abita in lui e per questo risplende di operazioni immateriali, che trasformano attraverso le mani la materia bruta in luoghi di luce. Solo all’uomo è concesso questo. Agli altri esseri viventi è riservato nelle sue multiformi espressioni la rivelazione della bellezza del creato. Questa Biennale, aperta al pubblico tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 19:30, è particolare, sotto ogni aspetto, ha garantito monsignor Amato perché «supera il valore dell’estetica e del formale e si pone con forza nel campo della bellezza spirituale, l’unica capace d’imprimerla nei manufatti. La materia è impregnata dell’orma dell’uomo ed è per questo che emoziona, fa riflettere, induce a creare e a ricreare. Narra di fallimenti, ma più ancora d’imprese riuscite. Racconta di uomini, gli unici e veri protagonisti dell’arte. Perché è degli artisti vedere, andare oltre, immaginare, sognare, indicare ciò che l’umanità ha come esigenza e bisogno per autorigenerarsi».