Chiesa
San valentino e Belvedere – II puntata
Ecco il legame tra il Santo degli innamorati e la località tirrenica cosentina. Intanto si sono conclusi i festeggiamenti annuali.
Nel Convento dei Frati Minori Cappuccini di Belvedere Marittimo (CS) si sono conclusi i solenni festeggiamenti di San Valentino,Vescovo e Martire, Patrono degli innamorati con la presenza di Don Enzo Gabrieli parroco della Parrocchia di San Nicola di Bari in Mendicino (CS), Direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano e Direttore del Settimanale “Parola di Vita”. Presenti molte coppie di fidanzati e il Coro Polifonico “San Giovanni Paolo II”. Insieme a don Enzo, ha celebrato don Gino Gulizia. I Frati Minori Cappuccini sono i custodi da 300 anni i custodi di alcuni resti delle Reliquie del Santo Ternano: lo attesta una lettera .* L’autenticita’ delle reliquie è confermata dalla lettera inviata dagli uffici papali dal cardinale Gaspare del Carpine datata 26 maggio 1700 inviata al sig.Valentino Cinelli. Ogni anno nella Chiesa conventuale dei Francescano-Cappuccini si rinnova la tradizione che fidanzati, coppie di sposi vengono a venerare le spoglie del loro Santo Patrono. Ma il Convento dei Francescano – Cappuccini non ha solo l’appellativo di “Convento dell’Amore” ma in questo convento hanno dimorato dei santi. Il Beato Angelo d’Acri vi ha fatto l’anno di noviziato dal 12 novembre 1690 al 1691.Infatti per la terza volta, il giovane Lucantonio Falcone, con esultanza senza pari, indossò il santo abito e ricevette il nome di frate Angelo. Il maligno continuò a cospirare contro di lui: le tentazioni lo assalirono con più forza di prima, ma egli resistette. Un giorno nella lotta con il male, stava quasi per essere sopraffatto, si buttò allora ai piedi del Crocefisso e così lo invocò: “Signore Gesù, io non ne posso più. Soccorrimi oppure fammi morire“. Povero giovane che lottava per arrivare dal pelago alla riva, per non essere sommerso dalle furiose onde! La risposta: “Cammina sulle orme di Bernardo da Corleone“, o meglio, la stessa che fu data da Gesù, secoli prima, all’Apostolo Paolo: “Ti basta la mia grazia. La mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza“. Iddio, si sa, non manda mai prove superiori alle nostre debolezze. Nelle scale del Convento ancora vi è il Crocifisso che parlò al Beato acrese. Tra i novizi, oltre al Beato Angelo, che vi ricevettero la formazione, rendendolo famoso bisogna annoverare Fra Ruffino da Bisignano, sacerdote che vi abitò nel 1679: dopo la sua morte si avviò il processo informativo per una eventuale canonizzazione, ma la cosa non ebbe seguito. Il Convento, – scrive lo storico Fra Giocondo Leone da Morano Calabro, OFM CAP. nel suo libro “I Cappuccini e i loro 37 conventi della Provincia di Cosenza” collocato sopra un poggio, situato fuori della Città di Belvedere M.mo, Diocesi di San Marco Argentano, a canto a strada pubblica, lontano da detta Città un mezzo miglio incirca. Fu fondato l’anno 1595 ai 10 del mese di giugno con il consenso dell’Ordinario Diocesano, eretto secondo la povera forma francescano-cappuccina con celle numero venti. Ha questo convento la sua Chiesa sotto il titolo et invocatione del Glorioso S.to Daniello Martire, del medesimo Ordine dei Frati Minori e cittadino di questa medesima Città, come comunemente si tiene, quando ogni anno viene con solenne processione solennizzato come loro Protettore e compatrioto…Che l’anno 1595 sia quello in cui è piantata la croce in segno di presa di possesso si deduce chiaramente che i frati cominciarono ad abitarvi. E’ la presentazione dello stato locale e personale che il Ministro Prov.le del tempo Fra Ambrogio da Nocera Tirinese fa al Capitolo Generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini del 1596. Ma dopo la prima soppressione degli Ordini Religiosi del 1811 e la seconda del 1866 i frati dovettero lasciare il convento e vi ritornarono dopo 59 anni e precisamente il 13 ottobre 1937 in occasione della Festa di San Daniele si ebbe finalmente il ritorno ufficiale dei frati, figli di Francesco d’Assisi, accolti con grande soddisfazione dal popolo con a capo il clero cittadino e alla presenza del Ministro Prov.le del tempo il M.R.P. Fra Nicola da Cesena che ne decretò l’apertura dopo aver avuto ripetuti inviti dal popolo belvederese e dal clero ad aprire questo cenobio in questione. Oltre ad essere Casa di Noviziato al suo sorgere nel tardo 500, fu negli anni 50, Studio Teologico della Provincia Serafica di Cosenza, per cui Casa di Formazione per antonomasia. Questa “Domus Franciscana” resta ed è un gioiello ed una perla di tutto il Tirreno Cosentino con alle spalle la vetta della Montea e le sue serre e davanti il glauco Mar Tirreno in un paese Bellum Videre che ne giustifica il nome. Questo convento resta ed è “il convento dell’Amore“, dove molti sposi vengono a consacrare il loro amore con il sacramento del matrimonio.