Cultura
Scoperte mura medievali a San Giovanni in Laterano
Gli scavi dovranno essere ultimati entro il mese di dicembre per l’apertura dell’anno giubilare
Nuovi reperti sono riemersi nella sezione orientale degli scavi archeologici condotti sotto la piazza antistante la Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, la mater et caput di tutte le chiese romane e del mondo. Fatto costruire da Costantino nel IV secolo d.C. in una zona allora conosciuta come Horti Laterani, dove erano ubicati i primitivi possedimenti della nobile famiglia dei Laterani, confiscati durante l’impero di Nerone, l’edificio di culto fu consacrato nel 324 da Papa Silvestro I e dedicato al SS.mo Salvatore, a San Giovanni Battista e a San Giovanni Evangelista.
La recente scoperta riguarda una serie di strutture murarie databili tra il IX e il XIII secolo d.C., forse di proprietà del Patriarchio Lateranense, anticamente sorto nei pressi della Basilica per accogliere la dimora dei Laterani. Dal IV secolo fino all’inizio della cattività avignonese nel 1305, il Patriarchio fu l’unica residenza del papato. Cadde in un completo stato di abbandono quando la sede apostolica fu trasferita in Francia. Le pessime condizioni in cui versava, dopo il ritorno del papato a Roma nel 1378, costrinsero il clero a scegliere il Vaticano come nuova casa dei successori di Pietro. Mentre il Patriarchio andò lentamente in rovina, la Basilica di San Giovanni e il Battistero furono interessati da una serie di lavori di restauro, tra i quali ricordiamo il rifacimento del pavimento e delle pitture parietali nel quattrocento ad opera di papa Martino V, il totale riassetto della Basilica nel 1650 per intervento del Borromini, il completamento della facciata della chiesa con il nuovo prospetto di Alessandro Galilei nel XVIII secolo, i restauri del tabernacolo nel XIX secolo, voluti da Pio IX, e il rinnovamento del pavimento cosmatesco nel XX secolo per volontà di Pio XI. Interessato da varie azioni di restauro fino almeno al XIII secolo, il muro riportato alla luce è costituito da grossi blocchi in tufo, sicuramente reimpiegati da altre strutture non più esistenti. Un intervento di ricostruzione ha portato alla predisposizione di una fasciatura dei blocchi su ambo i lati, realizzata con un paramento in blocchetti di tufo che presentano una serie di contrafforti. Nella parte ovest sono stati aggiunti dei contrafforti a cuneo e una tecnica più irregolare, mentre nella parte finale del muro, che corre fin sul sagrato della Basilica, si trova un paramento in blocchetti di tufo e contrafforti di forma invece quadrata. Questo complesso murario fu innalzato nel periodo in cui l’Urbe faceva i conti con le razzie da parte dei saraceni, ed era attraversata da dure lotte tra le famiglie aristocratiche che rivendicavano l’accesso al soglio pietrino. Da qui è nata l’ipotesi dello scopo difensivo della cinta muraria, che doveva proteggere la Basilica e i palazzi annessi, oltre a servire da sostegno per il pendio che caratterizzava in passato l’area del Laterano. L’opera fu certamente interrata e in seguito demolita, in concomitanza con il declino del Patriarchio che, quindi, non necessitava più di elementi protettivi. Da allora non si seppe più nulla, anche per via della mancanza per lungo tempo di scavi archeologici estensivi in questa zona. Gli studiosi hanno scovato i resti di altre strutture antecedenti al Patriarchio. Al centro dell’area esaminata è stata scoperta la porzione di un muro in opera reticolata, riconducibile al periodo compreso tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., forse una sorta di terrazzo del pendio. Particolarmente curiose sono le mastodontiche fondazioni a reticolo di età Severiana (III secolo), molto probabilmente legate ai Castra Nova equitum singularium, cioè il grande complesso militare dove stazionavano le guardie a cavallo dell’imperatore, fatto costruire da Settimio Severo su uno dei terreni dei Laterani per accogliere le nuove leve.
Appartengono alla stessa epoca i due muri in laterizio che corrono paralleli e che, forse, sono riconducibili ad una costruzione realizzata sotto terra. La ricca stratigrafia, riportata alla luce grazie alle ricerche della Soprintendenza Speciale di Roma, sotto la direzione di Daniela Porro, testimonia un passato storico riconducibile fino al Medioevo. Questi reperti saranno conservati in loco, protetti con geotessuto, con 20 cm di materiale inerte che servirà ad indicare la presenza di costruzioni storiche, e infine coperti. Verranno analizzati più approfonditamente, per comprendere dettagli in più sul passato di quest’area della capitale, interessata da un’urgente opera di riqualificazione in vista della sua riapertura in occasione del giubileo. I lavori sono estesi su una superficie di circa 18 mila metri quadrati e prevedono, tra le altre cose, l’ammodernamento della pavimentazione, la cura del verde pubblico e la sostenibilità ambientale. I nuovi resti hanno costretto gli esperti a rivedere i progetti di lavoro in corso. “Abbiamo dovuto rivedere la grande vasca prevista, suddividendola in due, mantenendo però i getti e la nebulizzazione” ha ricordato Ornella Segnalini, assessora ai lavori pubblici di Roma. Lo scopo ultimo è quello di valorizzare la Basilica di San Giovanni in Laterano e la piazza antistante, facendo sì che l’intero perimetro diventi uno spazio urbano vivibile, ecosostenibile, con zone verdi, con un sistema di irrigazione appropriato delle aiuole e una vasca per la raccolta dell’acqua piovana, cosicché non ci siano rischi di allagamenti.