Cultura
Scoperti i resti di un animale estinto in Calabria

A Santa Domenica di Ricadi al confine con Tropea, nel Vibonese, è stata fatta una scoperta paleontologica molto interessante. Tommaso Belvedere, socio dell’Istituto paleontologico calabrese, si è imbattuto in un reperto fossile lungo il percorso che porta alla spiaggia di Riaci, precisamente in località Calliope. Si tratta del frammento di cranio di un sirenio fossile, un mammifero estinto simile ad un dugongo, ritrovato ai piedi di una parete rocciosa in mezzo ai resti di una frana e insieme ad alcune costole e vertebre. È stato riportato alla luce il 23 febbraio nell’ambito di un ritrovamento fortuito, effettuato dal centro di ricerca calabro. Giuseppe Carone, presidente dell’Istituto paleontologico calabrese, ha recuperato il manufatto per evitarne il deterioramento e per scongiurare il rischio di dispersione. Ha inoltre affermato che la scoperta testimonia l’esistenza nel Mediterraneo del Metaxytherium medium, cioè una specie di sirenio acquatico erbivoro vissuto circa 7 milioni di anni fa, scomparso a causa del progressivo raffreddamento climatico. Quest’esemplare animale, con dimensioni che potevano raggiungere anche tre metri, visse tra i tempi geologici del Miocene e del Pliocene, precisamente al Tortoniano Superiore, ed era specifico del Mediterraneo, del Nord e Sud Atlantico e delle coste orientali del Pacifico. Il nome dell’ordine di mammiferi di appartenenza, Sirenia, discende da una lontana somiglianza con le creature mitologiche per metà donne e per metà pesci. Il dato interessante è che questo ritrovamento richiama alla memoria l’unico scheletro fossile di questa specie, scoperto nel 1970 in questa zona, ora conservato nel Museo di Paleontologia dell’Università di Napoli e catalogato come “esemplare M18403”. L’Istituto di ricerca paleontologica, insieme al Museo del Mare di Tropea, ha tempestivamente avvisato la Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, la Commissione prefettizia del Comune di Tropea e il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Cosenza. Gli esperti sono pronti ad ispezionare più a fondo la zona, con la speranza di trovare altri reperti di questi antichi mammiferi marini. Belvedere ha prodotto una serie di fotografie dell’area e ha geolocalizzato il sito interessato. Nel frattempo, l’oggetto in questione è stato messo in sicurezza, nell’attesa si essere sottoposto ad analisi più precise. Rappresenta un’importante testimonianza del passato storico della Calabria, e mette in evidenza quanto la Paleontologia svolga un ruolo decisivo per capire l’evoluzione della terra.