Se il Catanzaro gioca meglio agli scacchi…

Davanti a 19 mila persone il Cosenza mostra tutti i suoi limiti tattici e cede l'intera posta al Catanzaro. 

Sarebbe interessante mettere a confronto il gioco degli scacchi e quello del calcio. Perché di similitudini ce ne sono davvero tante. Mister Vivarini a scacchi ci gioca, e lo ha detto – sorriso neanche fin troppo sotto i baffi – nella sala stampa del Marulla. “L’avevamo preparata conoscendo due modi di giocare del Cosenza”. Piano A, piano B e piano C per il preparato allenatore del Catanzaro. Alle Aquile contro il Cosenza bastano sempre e solo tre passaggi per arrivare a fare male alla difesa rossoblù. Due indizi su due fanno una prova.Soprattutto nel primo tempo, il Cosenza ha “aspettato” i tempi tattici del Catanzaro, che ha saputo prendere fiato rimanendo spesso a terra, concesso al Cosenza il pallino (sterile) del gioco e creato preoccupazione soprattutto dall’out di destra, da dove è arrivato il pallone per un Iemmello che difficilmente si spiegherà perché è stato lasciato così solo. Un deficit difensivo che somiglia a quello che ha portato pochi giorni fa al gol del vantaggio della Sampdoria, con Darboe che ha corso indisturbato verso l’area senza essere contrato.

Mister Caserta non ha fatto granché tesoro della gara di andata nonché di altre partite importanti della stagione. Forse una mezzala in più avrebbe avuto maggiori effetti sia nella fase difensiva che nel cerchio centrale, soprattutto per rispondere all’organizzazione tattica del Catanzaro.Perché, il nostro parere rimane quello, di questione tattica si tratta, di lettura dei tempi delle partite.

Pedine e pedoni, difficile da comprendere le sostituzioni di Antonucci e Marras. E se il primo, a detta di Caserta, era affaticato, del buon Manuel, moto perpetuo e “cavallo” sulla fascia, sinceramente non avremmo fatto a meno. Fuori quei due, un Cosenza che aveva già l’inferiorità numerica (e perdeva) aveva bisogno come il pane di qualcuno che saltasse l’uomo e ristabilisse una parità numerica di fatto. In conseguenza delle sostituzioni, la squadra ha perso smalto ed è apparsa smarrita. E se l’obiettivo di Caserta era favorire i palloni agli attaccanti, i cambi effettuati hanno avuto esattamente l’effetto contrario.

È stato perso il match più sentito e atteso. La delusione è tanta. Ma questa sconfitta, come tante altre, non può essere solo il frutto degli episodi. Campionato finora deludente. Con questa rosa a disposizione 33 punti sono davvero pochini. Tutta colpa dello stato mentale difficile di Forte? O dell’infortunio di Tutino? O di Meroni, oggetto misterioso dell’infermeria? “Il campionato inizia ora”, parafrasando ancora Caserta. Sì, ma non ci sarà mica da preoccuparsi?