Serata di gala per festeggiare i cinquanta anni di Unicef Italia

La sezione provinciale di Cosenza ha raccolto fondi per aiutare i bambini di Libano e Gaza

C’è chi è fortunato e viene accompagnato con amore nel suo percorso di sviluppo; c’è anche chi, seppur amato, conosce l’agonia di una pancia vuota, non può contare sull’assistenza sanitaria e non riesce ad affrontare percorsi educativi e di crescita. Per sostenere questi bambini c’è l‘Unicef, che si impegna a tutelare i loro diritti. Quest’anno Unicef Italia celebra 50 anni di attività. In 50 anni sono state salvate più di 150 milioni di vite, sono stati curati, protetti e istruiti milioni di bambini, si è lavorato per costruire una cultura dell’infanzia. Come si sta muovendo l’Unicef per soccorrere le popolazioni dei paesi minati dalla guerra? Qual è lo stato di salute della provincia di Cosenza? Ne abbiamo parlato con Monica Perri, presidente del Comitato provinciale Unicef di Cosenza.

Il mondo è minato dai conflitti tra Israele e Palestina e tra Ucraina e Russia. Come si sta muovendo l’Unicef?

Continua la nostra opera per la vaccinazione. Grazie ai corridori umanitari gestiti all’ONU sono state garantite delle fasce protette in cui si è potuta vaccinare la popolazione dei giovanissimi, ad esempio della striscia di Gaza. Unicef Italia quest’anno compie 50 anni e in questi 50 anni ha messo in piedi campagne importanti di vaccinazione proprio per garantire il diritto alla salute e ha salvato milioni di vite umane. Questo è un dato importante che ci conforta e dobbiamo continuare su questa strada. Per quanto concerne i conflitti chiediamo insistentemente il cessato del fuoco.

Se guardiamo l’ultimo report dell’Istat, vediamo che i dati che riguardano il nostro Paese non sono confortanti. Quali le emergenze per i bambini italiani?

Innanzitutto la povertà educativa. Bisogna insistere su percorsi di educazione, perché lo studio è l’unica arma che può salvare i bambini e che può davvero garantire loro un futuro migliore; poi il diritto al gioco. Abbiamo dei percorsi con diverse amministrazioni comunali in Italia per cercare di realizzare città a misura dei bambini, con più spazi verdi, più spazi per le letture, più spazi per il gioco e diritto alla salute, far sì che ci siano strutture che riescano a prendersi cura dei bambini. Un altro allarme riguarda la salute mentale degli adolescenti. Covid e altre emergenze hanno minato questo diritto a godere di buona salute. I dati che ci vengono restituiti ci forniscono una fotografia di adolescenti che sono diventati molto più fragili, si dovrebbe pensare anche a percorsi idonei per questi ragazzi affinché possano trovare serenità.

Qual è lo stato di salute della provincia di Cosenza? Su quali fronti bisogna potenziare il raggio d’azione?

Ambiente, l’istruzione, la povertà. Siamo una delle ultime regioni d’Italia quanto a classifica del benessere, questo si traduce in minori servizi sul territorio, per le persone e anche per l’infanzia. C’è un gap anche per il numero di asili nido destinati ai bambini, questo non va bene perché se non vengono garantiti i servizi per l’infanzia non ci potrà essere occupazione per la fascia femminile e comunque ci sono problemi familiari importanti, per cui più asili nido, più strutture sanitarie per i bambini e più ragionamenti che vadano anche in direzione dei cambiamenti climatici, del garantire un ambiente sano e salubre per tutti.

Come possiamo educare adulti e bambini ai diritti umani?

Possiamo educarli informandoli di quelle che sono le condizioni dell’infanzia nel mondo e quindi raccontando tutto quello che avviene, le circostanze in cui si trovano i bambini che sono le prime vittime di conflitti, di guerre, sanguinose in cui perdono tutto, perdono ogni riferimento, la casa, i familiari e terminata il loro diritto alla sopravvivenza, quindi l’informazione come primo punto e poi la condivisione delle buone pratiche, insegnare innanzitutto ai giovani che si può fare, si può fare tanto insieme agli adulti, alle altre associazioni, alla comunità in generale, farsi portavoce di istanze che vadano nella direzione della tutela dei diritti dell’infanzia e nella promozione della cultura del rispetto di questi diritti, di lavorare con gli altri, prendersi per mano e camminare insieme.

Sabato il gala della solidarietà per celebrare i 50 anni di Unicef

Giunto alla seconda edizione, l’appuntamento benefico rappresenta l’occasione per il Comitato provinciale Unicef di Cosenza di condividere i valori dello stare insieme per gli altri, di sensibilizzare ai temi del volontariato altre persone, soprattutto i più giovani. La finalità dell’evento è quella di aiutare i bimbi del Libano e della Striscia di Gaza, vittime di guerre che stanno levando ogni speranza di sopravvivenza e pace. Quest’anno UNICEF Italia celebra 50 anni di attività. Grazie a questo impegno sono stati registrati risultati importanti. La mortalità infantile a livello globale si è sensibilmente ridotta: nel 1960, prima di avere compiuto 5 anni, nel mondo morivano ogni giorno oltre 54mila bambini per cause prevenibili. Dal 2000 a oggi, il tasso di mortalità è diminuito del 51%, raggiungendo nel 2022 il minimo storico di 4,9 milioni di bambini sotto i 5 anni. Molti progressi sono stati realizzati soprattutto grazie alle campagne di vaccinazione di massa sostenute dall’UNICEF. In 50 anni sono state salvate almeno 154 milioni di vite, l’equivalente di 6 vite ogni minuto di ogni anno. Sono stati curati, protetti e istruiti milioni di bambini, si è lavorato con grande tenacia per costruire una cultura dell’infanzia basata sui diritti sanciti dalla Convenzione ONU del 1989 insieme ai volontari di tutta Italia, agli Ambasciatori e Testimonial, al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, alla Guardia Costiera, alla Polizia di Stato, a club services come il Kiwanis International, ai rappresentanti delle amministrazioni locali, ai donatori, agli educatori, ai cittadini.

Quali le iniziative in cantiere?

Abbiamo appena concluso con la mostra fotografica ospitata all’interno del Museo del Presente, all’interno della rassegna Geni Comuni. Ci attende intorno all’ultima decada di novembre un appuntamento in occasione della Giornata internazionale dei diritti del fanciullo. Poi si avvicina la campagna di Natale per aiutare i bimbi che purtroppo non potranno godere di un Natale sereno come noi. Sono tante le attività che pensate, anche insieme al giovane gruppo dei volontari UNICEF, per andare incontro a nuove richieste di attenzione all’associazione. Intendo allargare la base dei volontari perché si può fare tanto insieme per costruire la cultura di diritti dei minori.