Attualità
“Sesame Street”, così l’educazione ha vinto in tv
Studi effettuati dai governi Nixon e Obama, a distanza di decenni, hanno dimostrato i benefici educativi di questo format televisivo per milioni di bambini americani in età prescolare. Un misto di marionette, animazione e scene dal vivo, per insegnare ai fanciulli le basi delle lettura e dell'aritmetica. Fornisce anche molti consigli su alcune azioni quotidiane essenziali.
C’è un tema che accomuna due presidenti americani molto diversi fra di loro, Obama e Nixon: entrambi hanno sostenuto che i bambini possono imparare anche giocando. Sembra strano che l’alfiere dell’anticomunismo, Richard Nixon, l’unico presidente dimissionario della storia degli Usa (lo scandalo Watergate del 1974) possa avere qualcosa in comune con il professore di diritto costituzionale Barack Obama eletto nelle file dei democratici nel 2008 anche grazie al voto progressista delle minoranze afroamericane. Il problema dell’educazione e, soprattutto, il dramma della scarsa scolarizzazione di una parte rilevante della popolazione, in realtà sono da sempre al centro delle attenzioni dei politici del Congresso e della Casa Bianca, indipendentemente dagli schieramenti. Durante il suo duplice mandato Nixon, alla fine degli anni Sessanta, finanziò un progetto di ricerca per studiare gli effetti “pedagogici” di un programma televisivo per bambini seguito da circa due terzi delle famiglie americane. Il programma si chiama “Sesame Street” e debuttò nelle case degli statunitensi a metà degli anni Sessanta. Si tratta del primo format della tv educational americana. Un cast misto di pupazzi e di attori in carne e ossa, una “crew” (squadra) di scrittori e autori scelti con molta attenzione, una narrazione leggera e ironica ma con un’attenzione mai banale ai fondamenti dell’educazione infantile. La ricerca voluta dall’amministrazione Nixon dimostrò, in un modo che non fu mai contestato da alcuno, che quel programma televisivo del mattino, apparentemente così infantile e leggero, contribuiva in modo determinante alla prescolarizzazione dei bambini americani, soprattutto di quelli che provenivano dalle fasce meno protette e più emarginate della società. Una ricerca analoga, promossa dall’amministrazione Obama e compiuta dopo quasi mezzo secolo di programmazione della fortunata trasmissione, ha prodotto risultati identici. Lo studio sull’impatto di “Sesame Street” ha dimostrato come lo show abbia donato duraturi benefici educativi a milioni di bambini americani, benefici potenti ed efficaci come quelli che vengono ricevuti nell’educazione prescolare. La ricerca, coordinata da Melissa Kearney dell’Università del Maryland e da Phillip Levine del Wellesley College, sostiene che questo programma di intrattenimento aiuti la “scolarizzazione” soprattutto degli afroamericani e dei bambini che crescono nelle zone più svantaggiate e depresse del paese. “Sesame Street” ha debuttato il 10 novembre del 1969 sulla rete National Educational Television ed è il programma tv Usa che in assoluto ha ricevuto più Premi Emmy. Conosciuto in tutto il mondo e anche in Italia (il titolo, nelle varie traduzioni, gioca sull’”apriti sesamo” della favola di Aladino), un misto di marionette, animazione e scene dal vivo, per insegnare ai fanciulli le basi delle lettura e dell’aritmetica, fornisce anche molti consigli su alcune azioni quotidiane come attraversare la strada, l’importanza dell’igiene, e così via. I testi della trasmissione sono scritti con un’attenzione maniacale all’equilibrio fra le parti rivolte ai più piccoli e quelle rivolte agli adulti. Molte scene sono delle parodie di altri format televisivi e spesso attori o personaggi famosi sono ospiti dello show. L’idea, pedagogicamente vincente, è quella di invitare genitori e nonni a non lasciare i bambini da soli davanti allo schermo e a ridere insieme con loro per le battute a raffica del programma. Le ricerche hanno dimostrato che la narrazione, lo “storytelling”, del programma basato su un cocktail molto riuscito fra risate e pedagogia, ha un effetto straordinario sullo sviluppo infantile e anche sull’attenzione degli adulti. Una lezione per educatori, insegnanti, genitori e non solo per loro.