Settimana di preghiera, in comunione per costruire l’unità

Dai Caraibi le intenzioni di preghiera utilizzate anche nel territorio bruzio con le riflessioni dei diversi rappresentanti delle confessioni religiosi presenti in diocesi.

Nel versetto veterotestamentario tratto dall’Inno a Mosè «Potente è la tua mano, Signore» viene esaltata dal popolo d’Israele l’azione di Dio nella storia dell’umanità, rivelandone la missione salvifica. Questo il tema scelto dalle comunità cristiane caraibiche in occasione della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani 2018, che ogni anno ricade tra il 18 e il 25 gennaio, periodo proposto nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa tra la festività della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo. Nel documento ufficiale del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani si legge che «la regione caraibica è oggi una realtà complessa, il cui nome deriva da uno dei gruppi di indigeni che la popolano. La sua vastità geografica, che comprende sia territori sulla terraferma che isole, dà vita ad un mosaico ricco di diverse tradizioni etniche, linguistiche e religiose; è una realtà anche politicamente complessa, che presenta una varietà di sistemi governativi e costituzionali che vanno dalla dipendenza coloniale (inglese, olandese, francese e americana) alle repubbliche nazionali. I Caraibi attuali sono profondamente segnati dal progetto disumanizzante di sfruttamento coloniale». Anche a Cosenza-è stata organizzata la Settimana di preghiera per l’Unità di Cristiani che ha avuto inizio lo scorso venerdì 19, presso la Chiesa Pentecostale di Bethel di via Popilia, con un concerto costituito da una corale composta da cantori appartenenti alle diverse confessioni cristiane presenti nel suolo bruzio. “L’idea è quella di ‘scambiarci i pulpiti’: partendo dal tema stabilito a livello mondiale, intendiamo realizzare momenti di preghiera organizzati, di giorno in giorno, dalle confessioni cristiana d’appartenenza. Anche quest’anno – continua Susanna Giovannini, che ha coordinato il momento di preghiera nella chiesa di Bethel – si è pensato di iniziare la settimana con una mossa vincente, ossia un concerto di canti comuni a tutte le comunità cristiane. Il tema di quest’anno, poi, è attuale e molto sentito: ricorda la storia del popolo d’Israele che esce dall’Egitto e che vede i miracoli che Dio compie, manifestando tutta la sua potenza a Mosè e al suo popolo. Il tema della liberazione d’ogni schiavitù, materiale e spirituale, scelto dalla popolazione caraibica, è l’oggetto principale della meditazione di questi giorni. Dio ci vuole liberi, come volle libero Mosè e il popolo d’Israele”. A conclusione dell’incontro di preghiera, la meditazione di don Dario De Paola, che si è soffermato sul brano della Genesi in cui si ricorda che “l’uomo è creato da Dio a sua immagine e somiglianza, però nel corso dei secoli, questa verità di fede spesse volte è stata negata e deturpata. Il brano evangelico è quello del ‘buon samaritano’, che era considerato un nemico per un ebreo, presta soccorso al mal capitato nel percorso da Gerusalemme a Gerico: tutti gli uomini sono creati a immagine di Dio, senza distinzione di religione, provenienza o altro. Tutti gli uomini, quindi, siamo oggetto della Misericordia e dell’amore di Dio. Nella riflessione di questa sera mi soffermerò sulla composizione letteraria e su dieci verbi utilizzati dall’evangelista Luca per spiegare in che cosa consista l’amore di Dio”. Giorno 20 l’incontro si è svolto nella Chiesa Avventista del Settimi Giorno, meditazione curata dal pastore Armando Casarella. Il 22 gennaio la preghiera si è tenuta presso la Chiesa evangelica Valdese, meditazione a cura del pastore Gaetano Caricati e l’ultima tappa di questa intensa settimana si terrà presso la Chiesa del Carmine e la meditazione sarà curata da Susanna Giovannini.