Attualità
Sì, il 10 gennaio le ragazze dello Sporting Locri giocheranno
Le dichiarazioni del presidente Armeni.
“La squadra giocherà la prossima partita di serie A del campionato di Calcio A 5”. E’ la volontà espressa del presidente dello Sporting Locri, Ferdinando Armeni questa mattina dalle colonne del quotidiano “la Repubblica”. “Non ho preso una decisione definitiva, ma è certo che le ragazze il 10 affronteranno la Lazio”. Lo stesso Armeni, nei giorni scorsi, aveva dichiarato di cessare l’attività agonistica per causa di minacce (ancora non si sanno gli autori) andate avanti da circa un mese. Intimidazioni sia verso la squadra calabrese sia verso la famiglia di Armeni e proprio questo fatto ha spinto il patron ha prendere questa decisione. Oggi dice che la squadra giocherà il 10, ma ancora è incerto il futuro della compagine di Locri. “Penso che sia giusto giocare – afferma Armeni – le ragazze e la città tutta se lo meritano. Sei intendo andare avanti? Non lo so. Rimangono tutte le mie perplessità. Questo è un momento in cui non riesco a pensare a nulla, non ho la giusta serenità. Resto dell’idea di lasciare, di cedere il testimone a chiunque abbia voglia di impegnarsi per il futuro dello Sporting e di Locri. Non ho – dichiara il presidente sul quotidiano di via Cristoforo Colombo in Roma – deciso nulla. Devo riflettere”. In questa turbolenta settimana, sono arrivate le dichiarazioni di Valerio Piersigilli, patron della Lazio, prossima avversaria dello Sporting. Piersigilli ha affermato di aver paure di giocare a Locri: “mi hanno ferito queste affermazioni – ammette Armeni – e anche per questo dobbiamo scendere in campo. Locri è una città civile, i problemi ci sono, ma le frasi di Piersigilli sono offensive. Ha espresso solidarietà, le sue giocatrici hanno telefonato alle nostre ragazze, ma questa sua uscita è incomprensibile”. Ritornando alle minacce ricevuto dal presidente Armeni, la matrice è ancora ignota: “Non ho alcuna idea – spiega Armeni – e ripongo fiducia nel lavoro dei carabinieri. Attendo l’esito delle indagini. Gli interessi? Non credo che ce ne siano di veri. Tengo ad escludere che i clan si interessino di una piccola realtà come la nostra. Penso che si tratti di imbecilli, magari pericolosi che stanno rovinando l’immagine della Calabria”.