Attualità
Siamo in trappola, possiamo solo pregare (Testimone/2)
Padre Cirillo continua ad inviarci informazioni sulla situazione in Ucraina. Nella sua città le esplosioni riguarderebbero per ora la sede dell'aeronautica e i siti militari
Nella serata di ieri un nuovo audio, con il video di una grossa esplosione (pubblicato sulla nostra pagina fb) non lontano dalla sua casa. Padre Cirillo Hennady, padre minimo del Santuario di San Francesco di Paola, era rientrato da qualche settimana per accudire la mamma inferma. Loro vivono in un palazzo di 9 piani, nella zona ovest del paese ma la strategia militare a tenaglia non ha escluso dal conflitto nessuna zona. La sua città (di circa 400mila abitanti) si chiama Vinnycja ed situata sulle rive del fiume Buh e qui ha sede, dal 1992, il quartier generale dell’Aeronautica militare ucraina.
Obiettivi delle operazioni le infrastrutture: strade, autostrade e aeroporti ma ovviamente anche le basi militari e i depositi di armi per rendere inoffensivo l’esercito nazionale. Nel suo messaggio ci dà conferma di questo, anche se le notizie sono sempre più confuse.
“Sin dalle prime ore dello scoppio della guerra – ci informa – i russi avevano già raggiunto certi punti della sua zona. Intanto sono già vicini a Kiev“. E’ di queste ore la notizia che le truppe effettivamente sono a meno di 30 km dalla capitale. “E’ difficile giudicare la situazione perchè c’è confusione sulle informazioni – aggiunge – non sappiamo tutta la situazione, ma la possiamo sentire, la gente è presa dal panico“. Si riferisce ovviamente al continuo di esplosioni anche intorno alla città.
“Qua ora ho visto l’assalto a farmacie, alimentari e farmacie e bancomat per ritirare contanti. Le benzine danno solo 20 litri ad una macchina. Tutte queste sono conseguenze. Il futuro non è bello. La guerra sembra seria e speriamo non molto lungo. Io sono rimasto per stare accanto a mia mamma malata e resterò accanto a lei. Non ci sono possibilità di scappare da qui. Tutto lo spazio è già chiuso. Gli arei non possono partire perchè gli aeroporti sono stati tutti bombardati, anche nell’ovest del paese al confine con la Polonia. Siamo in trappola“.
Ma il religioso non si lascia prendere dalla disperazione: “Però preghiamo insieme che Dio dia qualche illuminazione. Che questa situazione o si fermi o si risolva in qualche modo umano. Preghiamo tutti insieme facciamo la sante messe, rosari. Le nostre possibilità sono poche. Possiamo solo pregare, intercedere. Tutto dipende da Dio e anche dagli uomini. E quindi preghiamo perchè il Signore li illumini e possiamo trovare la giusta pace“.