Sulle strade della libertà. La storia di don Giovanni Minzoni

La storia del sacerdote in un libro scritto da Andrea Bevacqua con i disegni di Fausta Aloe

La storia di don Giovanni Minzoni in un libro scritto da Andrea Bevacqua con disegni di Fausta Aloe entrambi insegnanti della scuola media “Carlo Levi” di Rossano rispettivamente delle discipline Materie Letterarie e Arte. Il libro uscito il 23 aprile è edito da Dignità del Lavoro edizioni di Cosenza. Una storia nella Storia, un prete della provincia romagnola-emiliana, l’avvento del Fascismo, il rifiuto di collaborare e sciogliere il gruppo scout di Argenta. Poi il pestaggio avvenuto il 23 agosto del 1923. Don Minzoni muore nel clamore generale e nel silenzio assordante delle istituzioni. Il processo farsa si conclude velocemente senza alcun colpevole ma tutti sappiamo che il mandante ha un solo nome e si chiama fascismo. Il nuovo regime non vuole voci critiche e personaggi scomodi e don Minzoni lo era diventato. “Accostarsi a questo libro – come sottolinea l’autore – non è come leggere una biografia, ma confrontarsi con una testimonianza di libertà e democrazia; significa immergersi in un’ora di educazione civica”. All’interno, infatti, oltre ai disegni e i bozzetti dell’artista roglianese Fausta Aloe, sono presenti tanti spunti di lettura, cinematografici e musicali. Esperienze autentiche di impegno civile e politico che si aprono in una ipotetica classe attraverso una lavagna multimediale. Scout, pacifisti, attivisti, cooperanti sociali, militanti entrano “in classe” per parlare con gli alunni. Ma non è un libro solo per ragazzi. È un libro per tutti, soprattutto nell’ultima parte, quella in cui l’esperienza di don Minzoni viene associata a donne e uomini del nostro tempo, a don Lorenzo Milani e Mons. Romero su tutti. Una costellazione di impegno civile e politico che spazia per tutto il mondo, dal Sudafrica al Sudamerica, dal Pakistan di Malala alla Sicilia di Peppino Impastato. “Raccontare la vita di questi testimoni di pace e giustizia è una pratica che la scuola non deve abbandonare mai. Le nuove generazioni hanno bisogno di esperienze positive in un tempo in cui si afferma sempre più un clima di egoismo, rifiuto e intolleranza” sottolinea l’autore.