Tasse e fisco: cambia il calendario delle scadenze fiscali

Cambia il calendario delle scadenze fiscali; viene semplificato il meccanismo della dichiarazione precompilata; si aggiorna lo Statuto dei diritti del contribuente. Sono questi alcuni degli elementi principali contenuti nei due decreti legislativi approvati dall’ultimo Consiglio dei ministri.

Cambia il calendario delle scadenze fiscali; viene semplificato il meccanismo della dichiarazione precompilata; si aggiorna lo Statuto dei diritti del contribuente. Sono questi alcuni degli elementi principali contenuti nei due decreti legislativi approvati dall’ultimo Consiglio dei ministri. Si tratta di due dei provvedimenti necessari per dare attuazione alla delega per la riforma fiscale che il Parlamento ha affidato all’esecutivo. Entrambi dovranno tornare in Consiglio per il varo definitivo dopo i pareri espressi dalle competenti commissioni delle Camere. Da Palazzo Chigi fanno sapere che la filosofia dei due provvedimenti è quella di mettere mano all’interazione “tra fisco, cittadini e imprese mediante un riequilibrio delle relazioni con l’amministrazione finanziaria”, nella prospettiva di “un rapporto paritario che tenga conto sia delle esigenze di tutela del contribuente sia delle esigenze del contrasto all’evasione fiscale”.

Evasione che – non va mai dimenticato – pesa come un macigno sui nostri conti pubblici e sul sentimento collettivo di equità, anche se dalla politica spesso non riceve la dovuta attenzione.

Come si è già accennato, la dichiarazione precompilata (estesa a tutti i soggetti non titolari di partite Iva) viene semplificata: i dati già a disposizione dell’Agenzia delle entrate saranno presentati direttamente al contribuente nell’apposita area riservata e non dovranno essere ricavati dalla lettura dei campi del modello, che comunque continuerà a essere messo a disposizione entro il 30 aprile. I dati, se confermati, confluiranno automaticamente nella dichiarazione e saranno esclusi da controlli futuri. Una novità significativa è la non decadenza dei crediti d’imposta che ci si è dimenticati di indicare nel modello, che però non avrà valore retroattivo (quindi niente rimborsi). Per i titolari di partite Iva non ci sarà obbligo di versamenti d’imposta al di sotto dei 100 euro. Nel 2024 le dichiarazioni dovranno essere inviate entro il 30 settembre e non più entro il 30 novembre.

Nel 2025 la presentazione in via telematica potrà essere effettuata a partire dal 1° aprile e sempre entro il 30 settembre, con intermediari e sostituti d’imposta che avranno tempo fino al 31 ottobre. Nei mesi di agosto e dicembre l’Agenzia delle entrate sospenderà l’invio di comunicazioni relative ai controlli.

Per quanto riguarda l’aggiornamento dello Statuto dei diritti del contribuente – in vigore da 23 anni – viene tra l’altro disciplinato espressamente il “principio del contraddittorio”: si stabilisce, infatti, che tutti i provvedimenti dell’amministrazione finanziaria che incidono sfavorevolmente nella sfera del destinatario debbano essere preceduti, a pena di annullabilità, da un contraddittorio informato ed effettivo. In ogni caso tali provvedimenti devono essere motivati – sempre a pena di annullabilità – con l’indicazione specifica dei presupposti, dei mezzi di prova, oltre che delle ragioni giuridiche su cui si fonda la decisione. Viene inoltre istituito il “Garante nazionale del contribuente”, con un ampliamento delle funzioni rispetto all’attuale figura di garanzia.