Tra Santi del Cielo e santi in mezzo a noi

La prossima beatificazione che avremo in diocesi sarà un nuovo "soffio dello Spirito Santo", una nuova occasione di Grazia che ci farà cogliere le meraviglie che Dio opera in mezzo a noi, nonostante noi

La prossima beatificazione che avremo in diocesi sarà un nuovo “soffio dello Spirito Santo”, una nuova occasione di Grazia che ci farà cogliere le meraviglie che Dio opera in mezzo a noi, nonostante noi. Papa Francesco ci ha ricordato, nei giorni scorsi, che è lo Spirito Santo che muove la Chiesa, che fa cristiani reali e non virtuali. I Santi sono concretamente il volto del Vangelo accolto e vissuto, sono la prova di come lo stesso Spirito agisce in noi. Quando la Chiesa addita un fratello o una sorella come degni dell’onore degli altari non mostra un eroe d’altri tempi, un superman della storia, ma mostra che tutti siamo chiamati alla stessa sorte, che tutti abbiamo la stessa e comune vocazione, quella della santità. Lo ricordava cinquant’anni fa il Concilio Vaticano II, ce lo disse duemila anni fa Gesù quando ci chiamò tutti alla perfezione del Padre Suo. Anche oggi, nelle nostre famiglie, nelle nostre parrocchie, sulle nostre strade camminano i santi, quelli senza aureola, ma che hanno fatto della loro vita una costante adesione a Cristo e alla sua Parola. Sono gli uomini della carità nascosta, della misericordia reale, che non scansano l’uomo soprattutto se bastonato o scartato. Sono gli uomini che fanno battere il loro cuore all’unisono con quello di Dio, così come hanno fatto tanti fratelli e sorelle che la Chiesa ci mette di fronte per dirci che la santità è possibile, che la santità è la vera strada da perseguire per lasciare una traccia indelebile nella storia della nostra terra e nel cuore degli uomini. Non sarà l’orgoglio, il potere umano, saranno le virtù a trionfare e a risplendere.