Territorio
Turismo in città. Un’estate tra i musei cosentini
Piccola guida per chi resta in città alla scoperta delle collezioni d’arte del territorio
A differenza del passato, Cosenza non chiude per ferie. Saranno molte, infatti, le iniziative per chi resta in città (o per chi viene qua in vacanza), in particolar modo quelle legate al turismo culturale. Con i ritmi più lenti e i tempi più dilatati propri dell’estate, infatti, questo è il momento migliore per visitare i musei che si trovano tra Cosenza e l’hinterland. Immaginiamo un ideale percorso turistico-culturale alla (ri)scoperta dei nostri beni museali. Partiamo dalla città. Per iniziare, non può mancare la visita al Museo all’aperto Bilotti. Certo, tra le opere d’arte contemporanea collocate lungo corso Mazzini – cui si aggiungono, per tutta la stagione, anche numerosi esempi di Cracking Art, le installazioni a forma di animali di plastica riciclata – , ci si passa tutti i giorni, ma probabilmente si fa di corsa, senza indulgere nell’ammirarle. Questo potrebbe essere il momento giusto. Salendo poi verso il centro storico, è d’obbligo una visita presso la Galleria nazionale di Palazzo Arnone. Istituita in un antico palazzo signorile adibito poi per lungo tempo a carcere cittadino, oggi la pinacoteca possiede un ricco corpus di opere che documentano momenti significativi dell’arte italiana, in particolare meridionale, dal Cinquecento al Novecento. Per l’estate, inoltre, anche i bambini potranno divertirsi con l’arte per mezzo del progetto “Vacanze al museo”. Fino a fine luglio, infatti, ogni mercoledì mattina si terranno dei laboratori didattici gratuiti (così come libero è anche l’ingresso al museo) per avvicinare i più piccini all’arte attraverso il gioco. È richiesta la prenotazione. Rimanendo nel centro storico, si passa poi all’altro grande polo artistico della parte vecchia di Cosenza: il Museo diocesano. Inaugurato qualche anno fa nei locali dell’ex seminario diocesano, custodisce i tesori dell’Arcidiocesi, tra cui la Stauroteca e dipinti come l’Immacolata di Luca Giordano, oltre che una collezione di paramenti liturgici, statue e arredi sacri. Insomma, la storia della nostra Arcidiocesi raccontata attraverso la cultura artistica. Ancora nel centro storico, si trova anche il Museo civico dei Brettii e degli Enotri che, oltre alla superba collezione di reperti nostrani di età arcaica e greco-romana, propone, per l’estate, diversi appuntamenti. In primis, la prima edizione del “Festival dell’antico”. In programma dal 17 al 19 luglio, consiste in tre giorni di seminari, mostre e spettacoli tematici, come quello di Roberto Vecchioni, dal titolo “Il valore dell’antico tra musica e parole”. Ancora, a Cosenza degni di una visita sono il Museo multimediale e il Museo del Fumetto, quest’ultimo nei pressi del liceo Telesio. Tra le opere esposte nella collezione permanente, vi sono le tavole originali dell’albo speciale “Dylan Dog. Un amore mostruoso a Cosenza”, pubblicato nel 2014 e diventato in poco tempo un albo molto ambito tra i collezionisti. Spostandosi verso Rende, ritorna l’arte contemporanea nel Museo del Presente. Fino al 20 luglio sarà possibile ammirare la personale di Emilio Servolino, a cura del critico Roberto Sottile. Sempre a Rende, ma stavolta nel centro storico, si trova anche il museo civico, sito nell’antico Palazzo Zagarese. Aperto da martedì a sabato (e su prenotazione nei festivi), è divisa in due sezioni: la prima è dedicata alla pittura, mentre l’altra alla cultura materiale. In particolare, quest’ultima illustra la vita quotidiana dei contadini dei secoli scorsi attraverso una minuziosa ricostruzione degli ambienti delle case e degli altri spazi in cui si svolgevano le attività del tempo. Nella pinacoteca, invece, si conservano opere di artisti del calibro di Preti e Pascaletti. Sono comunque numerosi i musei legati alla tradizione contadina: per esempio, ad Acri, presso palazzo Feraudo si trova il Museo della civiltà contadina, mentre a San Giovanni in Fiore vi è il Museo demologico dell’economia, del lavoro e della storia sociale silana. Diviso in sette sale (di cui una è dedicata al pioniere della fotografia Saverio Marra), quest’ultimo ricostruisce il folclore e le abitudini di vita dei contadini di tutto l’altopiano silano. Un vero e proprio tuffo nel nostro passato, insomma. Rimanendo nell’ambito silano, degno di nota è anche il Museo-narrante dell’emigrazione, anche conosciuto come la “nave della Sila”. Sorto nel 2005 in un’ex vaccheria a Camigliatello, ha lo scopo di raccontare il fenomeno dell’emigrazione italiana di massa tra passato e presente. Spostandoci in zona Savuto, si può andare al museo di arte sacra “San Giuseppe”, all’interno dell’ex chiesa di Santa Maria Maggiore in Santo Spirito. La collezione consiste di dipinti, argenterie sacre, paramenti liturgici e pregevoli opere di legno, frutto della maestria d’intagliatori locali, particolarmente attivi a Rogliano e dintorni. Rimanendo nell’ambito dell’arte sacra, successivamente ci si può spostare a Zumpano per una visita al museo di arte sacra della chiesa di San Giorgio. Istituito nel 2008, custodisce il patrimonio della chiesa, tra cui un Trittico di Bartolomeo Vivarini, raffigurante la Madonna con Bambino tra i Santi Giorgio e Benedetto e un pulpito ligneo della metà del XVII secolo. Questa è solo una piccola parte dei siti visitabili in quest’estate, una lista certamente incompleta ma che vuol offrire un punto di partenza per chi ha deciso che quest’estate sarà dedicata alla conoscenza del nostro territorio.