Diocesi
Un ardente desiderio di unità: Papa Francesco e il Papa Copto
Il primo ecumenismo fatto nel sangue dei martiri. I martiri copti saranno venerati anche dai cattolici
Un dono che testimonia il clima di fraternità che lega i due leader e, ancora di più, la volontà di camminare insieme verso la piena unità. Durante il colloquio dell’11 maggio mattina in Vaticano, Tawadros II capo della Chiesa copto ortodossa ha donato a papa Francesco una reliquia dei martiri copti uccisi in Libia il 15 febbraio 2015. Si tratta di 21 uomini, di cui 20 egiziani, assassinati dai terroristi islamici del Daesh e i cui corpi furono ritrovati nel 2017 in una fossa comune a Sirte, in Libia.
«Non ho parole per esprimere la mia gratitudine» ha detto il Papa nel ricevere il prezioso dono aggiungendo che «questi martiri sono stati battezzati non solo nell’acqua e nello Spirito, ma anche nel sangue, un sangue che è seme di unità per tutti i seguaci di Cristo». Poi l’annuncio: questi 21 martiri «con il consenso di vostra santità saranno inseriti nel Martirologio Romano come segno della comunione spirituale che unisce le nostre due Chiese».
Proprio l’ecumenismo del sangue è del resto uno dei principi ispiratori dell’impegno nel dialogo di papa Francesco. Il gesto odierno ha un precedente: già nel 2001, infatti, la Chiesa cattolica aveva inserito nel Martirologio romano alcuni santi ortodossi riconosciuti tali dopo la divisione tra le due Chiese. E resta attuale la celebre frase di Tertulliano: il sangue dei martiri è un seme che genera nuovi cristiani.