Attualità
Un esercito di bimbi con problemi d’apprendimento
Si tratta di oltre 570mila bambini italiani, cui si aggiunge un "sommerso" difficilmente quantificabile di piccoli stranieri e/o immigrati, che devono fronteggiare la dislessia, la disortografia, la discalculia e la disgrafia. Riconoscere il disturbo e intervenire precocemente. Le responsabilità della scuola e la collaborazione con le famiglie. I limiti del sistema sanitario nazionale.
Come aiutare i bambini. I bambini cui è stata diagnosticata la dislessia possono essere aiutati in diversi modi: con un processo di apprendimento personalizzato e realizzato ad hoc, studiato dalle insegnanti con semplici provvedimenti di modifica della didattica come la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti o l’uso della calcolatrice e/o del computer. Se la dislessia coinvolge aspetti fonologici, quali ad esempio la pronuncia non differenziata di grafemi come la v e la f, diventano necessarie le sedute con un logopedista, ma – ricorda la Fli – in Italia “ce ne sono circa 15mila mentre ne servirebbero almeno il triplo, e sono pochissimi quelli inseriti nel Sistema sanitario nazionale”. Il rischio è che i piccoli della fasce sociali più svantaggiate restino esclusi dai percorsi di riabilitazione. Il Decreto ministeriale 5669/20111, attuativo della Legge 170/2010 che riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici di apprendimento (Dsa), esplicita le indicazioni contenute nella legge riguardo alle modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, alle misure educative e didattiche di supporto e alle forme di verifica e valutazione, per garantire il diritto allo studio degli alunni con diagnosi di Dsa nelle scuole di ogni ordine e grado, dalla scuola dell’Infanzia all’università. Fanno parte integrante del Decreto le Linee guida che forniscono ulteriori indicazioni per l’applicazione della legge. Per amare lo studio. Uno dei maggiori scogli per i bambini dislessici sono i libri di scuola. Per superare il problema, qualche anno fa l’Associazione italiana dislessia (www.aid.it) ha elaborato il progetto “Libroaid”, una Biblioteca digitale per dislessici sostenuta inizialmente dall’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna e finanziata dalla Fondazione Telecom Italia. Dall’anno scolastico 2013/2014 il progetto è autofinanziato e, riservato ai soci Aid, consente ai ragazzi con diagnosi Dsa di richiedere il formato Pdf aperto dei testi scolastici della scuola elementare, media e superiore, che possono essere letti al Pc da programmi dotati di sintesi vocale. Gli studenti possono interagire con i file per svolgere i compiti o creare mappe concettuali. Un modo per aiutarli a riacquistare fiducia in sé e a non ritenere più lo studio una fatica di Sisifo, ma anzi qualcosa da amare. |