Cultura
Un progetto di restauro per i mosaici rinvenuti tra i resti della villa romana di Casignana
L'iniziativa è portata avanti dagli studenti del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell’Università della Calabria
«Come può il popolo calabrese amare ciò che ha se non sa quello che ha?». L’ex rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, oggi presidente Cultura e Innovazione del Distretto Beni Culturali della Calabria, presenta con orgoglio il progetto di restauro dei mosaici rinvenuti tra i resti della villa romana di Casignana, splendido paesino in provincia di Reggio Calabria. Un’iniziativa ambiziosa, portata avanti dagli studenti del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, erogato dall’Università della Calabria. Tra gli enti in collaborazione, anche il Comune di Casignana, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria e la Regione Calabria. Il lavoro di riqualifica dei mosaici, al via lo scorso 29 giugno, si concluderà il prossimo 25 luglio.
Al convegno di presentazione del progetto, tenutosi martedì 30 giugno proprio a pochi passi dagli scavi archeologici, sono intervenute numerose personalità istituzionali e accademiche. Sui volti e dalle parole di tutti i relatori, la soddisfazione per essere stati promotori di un restauro che riporterà allo splendore originario uno dei beni culturali più importanti della Locride.
«Grazie alle attività condotte dall’Università della Calabria – ha detto il sindaco di Casignana, Vito Antonio Crinò – la nostra villa romana diventerà una finestra sul mondo». E ha aggiunto: «Chi desidererà visitare il sito archeologico durante i mesi estivi avrà la possibilità di assistere ai lavori di riqualifica in corso». Entusiasmo al quale si è unito Giuseppe Campisi, presidente del comitato dei sindaci della Locride. «Per valorizzare il territorio – ha dichiarato – c’è bisogno dell’azione congiunta e sinergica tra la politica e la società civile, affinché il nostro patrimonio storico-artistico parli un’unica lingua». Dello stesso parere anche il consigliere della Regione Calabria, Giacomo Crinò che ha sottolineato quanto la villa romana di Casignana sia l’esempio di una bellezza che rapisce e dà una spinta culturale al territorio. Spinta che può essere decisiva in una logica di rete con gli altri beni culturali della Locride.
A raccontare la storia del sito archeologico, l’ingegnere Antonio Crinò. «La villa – ha spiegato – è stata scoperta nel 1964, ma, purtroppo, il lavoro di restauro del bene si è interrotto per 28 anni, precisamente dal 1970 al 1998. Al termine dell’imponente opera di manutenzione si spera che l’intero sito possa diventare un parco archeologico che possa trainare il progetto di Locride come Capitale della Cultura 2025». Il dottor Alfredo Ruga, funzionario archeologico della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria, poi, ha aggiunto un’ulteriore nota geo-politica. «Gli antichi – ha detto – vedevano il territorio nelle vicinanze della villa come un’unica grande polis. Le maestranze che hanno prodotto i mosaici che verranno restaurati potrebbero aver avuto scambi culturali con omologhi del Nord Africa. Nello specifico, i lavori di riqualifica incominceranno dal “Trionfo indiano di Dioniso”. Inoltre, per mantenere un legame tra il sito e la limitrofa area costiera, si interverrà anche su spezzoni di opere attualmente conservati nella sede del Comune di Casignana». La professoressa Marianna Musella, restauratrice del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali all’UniCal, ha spiegato come si svolgeranno tecnicamente i lavori di restauro. «I ragazzi – ha affermato – tratteranno scientificamente il bene, preparando un progetto dettagliato, scegliendo i materiali più adatti per riqualificare l’opera e selezionando le operazioni più giuste per riportare il bene al suo splendore originario». E ha aggiunto: «L’intervento di restauro deve dare in futuro la possibilità di una manutenzione perché i materiali che useremo tendono ad avere un ciclo-vita. I mosaici sui quali lavoreremo, poi, presentano la difficoltà di essere esposti a salsedine e formiche».
Proprio la rappresentanza UniCal presente all’evento, composta dal già citato ex rettore Gino Mirocle Crisci, il direttore del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra, Giuseppe Passarino e la coordinatrice del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, Donatella Barca, ha espresso particolare entusiasmo per la nascita di questo progetto. «I punti di forza della Calabria – ha spiegato Crisci – sono due: il distretto agro-alimentare e un turismo che sia non soltanto balneare, ma anche culturale. L’intera Regione è un enorme bene culturale che va oltre il singolo castello o il singolo quadro. Per questo motivo bisogna valorizzare le nostre bellezze artistiche e pretendere che vengano conosciute. Sarebbe bello se superassimo l’istinto all’esterofilia per concentrarci su quanto di splendido la Calabria può offrire». Un auspicio condiviso dal professore Passarino: «L’Università della Calabria è costantemente rivolta verso il territorio affinché i nostri progetti ci rendano un ateneo di alto livello». La professoressa Barca, invece, ha illustrato le peculiarità del corso di laurea da lei coordinato: «Lavoriamo – ha spiegato – con piccoli numeri, affinché gli studenti acquisiscano la professionalità da restauratori e siano pronti per iscriversi all’omonimo elenco subito dopo aver conseguito la laurea. Ogni anno, i ragazzi eseguono circa quattrocento ore di restauro su stucchi, affreschi, pitture murali o mosaici».A chiudere la conferenza, l’augurio dell’assessore alla Cultura della Regione Calabria, Antonino Sperlì: «La villa di Casignana è pazzesca. Se si riuscisse a dare seguito agli scavi archeologici nella nostra Regione, troveremmo altre testimonianze simili. Dobbiamo renderci conto che la cultura e l’arte sono la nostra prima industria».