Una Cattedrale piena di ministri straordinari

La celebrazione di conferimento e rinnovo del mandato è stata presieduta da don Santo Canonaco. L'invito, in una lettera, ad amare le persone che soffrono e che vivono da sole.

“Vi immagino con il passo svelto nell’atto di raggiungere le case degli amalati per portare loro Gesù Eucarestia nel giorno del Signore”. Con una bella e accorata lettera, don Santo Canonaco, vicario episcopale per il diaconato permanente e i ministri istituiti, ha accolto i circa 600 ministri straordinari dell’Eucarestia convenuti oggi in Cattedrale per il conferimento o il rinnovo del mandato.

Chiesa madre cittadina stracolma di ministri stroardinari e fedeli giunti da ogni parte della grande diocesi bruzia. A presidere l’Eucarestia, recando il slauto di monsignor Salvatore Nunnari, è proprio don santo Canonaco, che guida e forma i candidati ai ministeri istituiti. Sono sei centinaia, nella Chiesa cosentina, e svolgono un servizio importante a favore degli ultimi, degli ammalati, di chi non può lasciare le proprie case o gli ospedali per andare in chiesa alla Messa. Un momento significativo, che si ripete nel giovedì precedente alla domenica della solennità del santissimo Corpo e Sangue di Cristo, e che vede protagonisti tutti quei laici impegnati che portano le specie eucaristiche a chi ne ha bisogno. I ministri sono un grande ausilio per i parroci nel loro ministero. Il ministro che distribuisce l’Eucarestia, però, è direttamente comunicato anch’esso, ricevendo a propria consolazione la grazia che il Sacramento della presenza di Cristo reca con sé.

“Fratelli e sorelle, che ricevete tale compito, cercate di esprimere nella fede e nella vita cristiana la realtà dell’Eucarestia, mistero di unità e di amore”. Nelle parole della formula d’istituzione dei nuovi ministri, il segno bello del loro servizio, che riguarda essi personalmente e insieme chi si trovano dinanzi. Per questo, nella riflessione, viene meglio in aiuto il vangelo che echeggia nella Cattedrale, quello in cui Gesù, interrogato da un santo scriba, ricorda al fedele che i due comandamenti grandi, quelli perfetti, sono l’amore verso Dio e quello verso il prossimo. “Ascolta Israele” – ricorda San Marco. Per il ministro dell’eucarestia, ancor di più, l’ascolto è decisivo. Lo ricorda don Santo, nella sua lettera: “quando vi recherete nelle loro case non abbiate premura! Non lasciatei prendere dalla frenesia di finire il giro nel minor tempo possibile. vi accompagni uno sguardo contemplativo sapendo che in quella persona c’è Cristo, ai piedi di quei crocifissi vi è l’icona più fedele del Crocifisso”.

Sembrano echeggiare le parole di papa Francesco, che chiede di sapersi chinare, come il buon samaritano, dinanzi alle ferite di chi soffre, di chi si trova al ciglio della strada eppureal centro dell’amore di DIo. Il ministro straordinario, così, è chiamato a portare consolazione, e allo stesso tempo ad essere “segno all’interno di una comunità che i malati non possono continuare a rimanere ai margini”. Non possono essere scartati, direbbe Francesco. “Come ministri straordinari siete chiamati a svolgere un servizio di animazione per accendere nel cuore di tutti l’amore per chi soffre”. Inseriti nella comunità della Chiesa diocesana e in quella parrocchiale, così, il ministro straordinario compie uno speciale annuncio di Cristo, morto e risorto, ma che ha tanto amato il mondo da rimanere con noi tutti i giorni, fino alla consumazione dei tempi.