Primo Piano
Una chiesa nuova è per tutti
Oggi 20 marzo è una giornata storica per la Chiesa di Cosenza - Bisignano e la comunità di Mendicino. Nella contrada Pasquali viene inaugurato il nuovo complesso pastorale parrocchiale "Cristo Salvatore". Realizzata con i fondi 8xmille della Cei e con il sostegno dei fedeli, la nuova chiesa è stata progettata e realizzata secondo le norme della Conferenza Episcopale Italiana.
Una nuova chiesa nasce sempre da un’idea, da un sogno. Un filo teologico e spirituale che l’accompagna dalla sua progettazione fi no alla realizzazione completa, lungo tutto il suo percorso. Una nuova chiesa è chiamata a essere segno per la comunità, segno verso il quale volgere lo sguardo nei momenti del quotidiano.
Tanto più il nuovo Complesso pastorale parrocchiale Cristo Salvatore di Mendicino, che verrà dedicato e inaugurato oggi, 20 marzo.
La via della bellezza è stata sempre scelta dalle comunità cristiane come percorso di avvicinamento a Dio per contemplare Cristo Signore, “il più bello tra i figli dell’uomo” (cfr Salmo 44). Ed il principio è valido anche per la neonata chiesa mendicinese. L’idea guida sulla quale si è sviluppata l’aula liturgica e l’intero Complesso pastorale è quella dell’antico monogramma cristologico per ricordare al fedele il suo essere innestato in Cristo, nella Chiesa, come pietra viva di un edificio spirituale (1 Pt 2,4ss). Anche i luoghi celebrativi, così come collocati, permettono al credente di vivere e realizzare una serie di percorsi liturgico-pastorali e catechetico sacramentali proprio sulle direttrici del monogramma.
Particolare attenzione è riservata ai due sacramenti che stabiliscono la comunione con Cristo e la comunità.
Da una parte il battistero che ricorda l’immissione e l’immersione definitiva in Cristo (con il battesimo) e dall’altra il luogo della riconciliazione che reimmette nella comunione tutte le volte che si ricorre a tale sacramento. La Chiesa è, infatti, il luogo dove Gesù si rende presente nella centralità dell’altare, dominato dal costante richiamo al sacrificio di Cristo e al mistero pasquale.
Un richiamo che si fa vivo per il Popolo di Dio in tutti gli elementi della chiesa, dalla sede all’ambone fino al tabernacolo.
La dimensione comunitaria la si coglie dalle forme architettoniche e dalla composizione dei banchi collocati in maniera circolare attorno all’altare che è la mensa, il luogo del banchetto, il luogo del Sacrificio di Cristo, il centro attorno al quale si ritrova chi partecipa ai Divini Misteri.
Le stesse reliquie dei martiri e dei santi, che sono collocate sotto la mensa dell’altare, esprimono la comunione nell’unico sacrificio di tutta la Chiesa di Cristo che confessa e testimonia, se necessario anche con il sangue, la fedeltà al suo sposo. L’area presbiterale è rialzata da tre gradini in modo da consentire una piena partecipazione all’azione liturgica di tutta l’assemblea. La particolarità dell’edificio a forma di tenda issata nel luogo della prima pietra ha come unico sostegno la croce di Cristo (33 metri) e richiama il forte simbolismo biblico: la prima visita di Dio e la conseguente promessa ad Abramo presso le querce di Mamre, la tenda del convegno e della presenza di Dio che accompagna il suo popolo, il mistero dell’Incarnazione richiamato da Giovanni nel segno di Dio che si fa pellegrino e pone la sua tenda in mezzo a quelle del suo popolo, le tre tende del Tabor desiderate dall’apostolo Pietro per godere la bellezza della presenza di Gesù, la chiesa barca della vela issata, la Chiesa tempio come segno della casa di Dio in mezzo alle case degli uomini. Il principale scopo della comunità cristiana nella città è quello di spalancare le porte del Cenacolo per annunciare il Risorto (evangelizzazione), andare verso l’uomo soprattutto sofferente ed abbandonato (carità), dopo aver cantato la sua lode ed aver contemplato il suo volto (liturgia).