Territorio
Una fake news non è …un tesoro
A Trenta, infine, non è stato trovato il tesoro del brigante Raffaele Arnone.
Domenica 14 febbraio mattina alcune testate giornalistiche regionali hanno riportato la notizia del ritrovamento del tesoro del brigante Arnone nella località Trenta di Casali del Manco. Raffaele Arnone visse nel 1800 ed era uno di quei banditi che seminavano il panico tra gli abitanti dei colli presilani. Le sue gesta, così come la storia della sua esecuzione pubblica, vengono tramandate di generazione in generazione. La sua figura ha acquisito sembianze mitiche, anche se si tratta di una persona realmente vissuta. La notizia, circa questo presunto tesoro tenuto nascosto non si sa dove in tutti questi anni, è totalmente falsa. Tutto è partito da un signore che su un gruppo facebook, relativo alla comunità trentese, ha voluto, in sintonia con il periodo carnevalesco (“dove ogni scherzo vale”), inscenare un improbabile ritrovamento del bottino di tanti saccheggi. “TRENTA (CS): TROVATO IL TESORO DEL BRIGANTE ARNONE/ E’ tornato alla luce il tesoro del leggendario brigante Arnone. E’ stato trovato all’interno di una vecchia casa in ristrutturazione nel centro storico di Trenta, dove è rimasto nascosto per più di centosettanta anni, frutto delle scorribande del temerario brigante nella provincia di Cosenza. Lo hanno trovato alcuni operai dopo l’abbattimento di un muro che nascondeva una intercapedine. Il forziere pieno di monete d’oro raffiguranti re Borbonici e altri oggetti d’oro, sarebbe stato nascosto in questo posto dai componenti la banda del brigante dopo la sua morte nel 1852…….. Gli operai che lo hanno trovato, percepiranno il 10% del valore del tesoro che ammonterebbe a diversi milioni di euro.”
In questo modo scandiva l’utente di cui non riportiamo il nome. Una volta capito di averla fatta grossa, il signore ha prontamente chiarito che trattavasi di uno scherzetto da niente. Invece, le reazioni sono state folte e immediate. Il post è stato condiviso e il contenuto è finito integralmente sui siti di alcune testate giornalistiche. Una burla è stata fatta diventare una notizia, una falsa notizia. I raffronti con il mito del “tesoro di Alarico” non sono, ovviamente, mancati. Tuttavia, quello che una volta ancora sorprende, non è tanto la presa in giro delle persone con un giochetto (sarebbe stato un ottimo “pesce d’aprile”), è il modo con cui le testate prendano granchi del genere incorrendo nell’errore di limitarsi a fare un mero copia e incolla di quello che gira nella rete senza effettuare le dovute verifiche. Ma come si dice ” a Carnevale ogni scherzo vale” nessuno si offende… ma bisogna saper controllare.