Una scuola multiculturale

Nell'ambito del progetto Erasmus l'Industriale ospita per il terzo anno consecutivo ragazzi francesi provenienti da Nogent sur Marne e tedeschi di Essen, con i rispettivi docenti accompagnatori.

Che l’Erasmus sia una realtà molto apprezzata e diffusa tra la gioventù europea, questo è risaputo. Ma che Erasmus significhi comunicazione, cooperazione, e studio all’interno di scuole superiori risulta piuttosto insolito. Eppure, strano ma vero, è quello che succede a Cosenza dal 2014 nell’Istituto Tecnico Industriale A. Monaco. Dove i destinatari di un progetto per il quale l’Europa ha stanziato oltre 340 mila euro sono studenti adolescenti. La scuola infatti ospita per il terzo anno consecutivo ragazzi francesi provenienti da Nogent sur Marne e tedeschi di Essen, con i rispettivi docenti accompagnatori. L’idea è quella di stimolare la propensione degli alunni in materia di robotica e innovazione attraverso “flipped classrooms”, letteralmente “classi capovolte”. Si tratta in realtà della nuova frontiera dell’insegnamento. Le classi rimangono e i docenti anche, ma il focus è spostato tutto sugli studenti. Che imparano sbagliando. Ovvero, non usufruiscono di lezioni frontali ma, partendo da alcune informazioni teoriche piuttosto semplici, realizzano delle tecnologie innovative. Con questo sistema gli studenti francesi e tedeschi ospiti presso il Monaco, insieme agli stessi ragazzi dell’Istituto, hanno dato vita a una serie di lavori in completa autonomia: tra i più significativi, un robot che individua ed evita gli ostacoli e un apparecchio in grado di misurare la temperatura e inviare il dato raccolto a un dispositivo elettronico. L’iniziativa nasce con una molteplicità di intenti. Sul piano delle conoscenze si pensa innanzitutto all’opportunità per le nuove generazioni, in un arco di tempo molto ristretto, di utilizzare le più moderne e diffuse tecnologie industriali e riuscire a fare comunicare tra di loro gli oggetti informatici (processo che in gergo tecnico viene definito IoT ovvero “Internet of things”). Ma il progetto Erasmus rappresenta soprattutto una grande lezione di vita per gli studenti. Che imparano cosa significa lavorare in team e si confrontano con culture diverse dalla loro, immagazzinano nuove informazioni che vengono testate sul campo e si rendono indispensabili gli uni per gli altri, intuendo una porzione del loro futuro lavorativo. Le scuole partner lasceranno Cosenza il prossimo giovedì. Negli ultimi due giorni della loro esperienza di formazione ai ragazzi verrà concessa la possibilità di realizzare l’oggetto che più preferiscono. Perché la tecnologia passa inevitabilmente dalla creatività.