Unical. Inaugurato il quarantatreesimo Anno Accademico

Il Capo Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha posto alcune riflessioni sulla Protezione civile in Calabria soffermandosi sulla società dei rischi e delle emergenze. Il prefetto Gabrielli ha rivolto all'Università della Calabria un invito: dedicare un po' di attenzione e di impegno per trovare o inventare nuove strade di collaborazione, di dialogo e sinergia tra le diverse discipline, tra i vari dipartimenti, tra i programmi dei centri di ricerca e di specializzazione, per iniziare a muoversi nella direzione di una nuova protezione civile "integrata". 

Cerimonia di inaugurazione per il quarantatreesimo Anno Accademico dell’Università della Calabria, oggi, presso il Centro Congressi “Beniamino Andreatta” di Arcavacata. Presenti le autorità civili, militari e accademiche. Ospite d’eccezione il prefetto Franco Gabrielli, Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione civile, il quale ha incentrato la sua Lectio magistralis su “La società dei rischi e delle emergenze”, ponendo ai giovani e agli accademici dell’Unical alcune riflessioni sulla protezione civile in Calabria. “Venire in Calabria a parlare di rischi e di emergenze in un’ottica di protezione Civile, per il capo Dipartimento, dovrebbe essere esercizio assai facile”. Ma il Prefetto Gabrielli ha scelto di fare un discorso non rituale, non usuale, fatto non di dati e numeri, ma ha approfittato di questa occasione per rivolgere agli studenti e agli accademici un invito “per proporvi un modo di lavorare che mi piacerebbe segnasse il nostro modo di lavorare e confrontarci in futuro”. “Fare Protezione civile – ha detto Gabrielli – oggi è impossibile” per questioni legate “alle risorse, allo statalismo delle cose andate storte, dei costi insostenibili, delle risposte pretese dai cittadini e non date a livello locale”. Ragion per cui oggi più che mai c’è bisogno di un nuovo modello. Franco Gabrielli dall’Unical indica una frontiera verso l’Ovest del nostro futuro: la riconciliazione tra uomo e territorio, tra economia e vita quotidiana, esigenze di collettività e spazi di libertà personale. “L’Università della Calabria – ha sottolineato il Capo Dipartimento nazionale della Protezione civile – ha nel suo dna l’attenzione alla catastrofe e alla necessità di intervenire con sapienza ed efficacia prima e dopo il suo accadimento. Perchè è nata per fare cultura e non solo per produrre specializzazioni e alte competenze”. L’augurio per questo nuovo Anno Accademico espresso da Gabrielli è ” l’auspicio di creare un nuovo modo di Protezione civile in questo territorio e nell’intero Paese”. Il rettore Mirocle Crisci ha sottolineato quanto sia importante l’Università della Calabria in quanto “rappresenta il motore di sviluppo della regione”. “Dobbiamo essere un faro per la Calabria – ha aggiunto il rettore – perchè solo così assolveremo al meglio il nsotro compito di formatori e metteremo concretamente in pratica i principi e i valori, ideali e culturali, che i Padri fondatori hanno posto a fondamento dell’Ateneo”. 

Per ulteriori approfondimenti vi rimandiamo al prossimo numero di Parola di Vita in uscita giovedì 22 gennaio 2015.