2/4. Verso la Giornata della Memoria

2° Puntata: Una luce in mezzo agli orrori dei lager. Don Roberto Angeli e l’evangelizzazione nei campi di sterminio nazisti

Tra qualche giorno commemoreremo, come ogni anno, la Giornata della Memoria per ricordare le vittime dell’odio nazista. Per l’occasione vogliamo ricordare le gesta eroiche, sante e indimenticabili non di un servo del male ma di un Servo di Dio, che si pose dalla parte dei sofferenti e cercò di fare del bene in mezzo a tanta sofferenza, solitudine e orrore. Stiamo parlando di don Roberto Angeli, un reduce dei campi di concentramento, che con la sua tenacia, la sua forza d’animo, il suo spirito indomito e sempre rivolto a Dio Padre portò ai detenuti dei lager la Parola del Vangelo. Quando si parla del Vangelo cristiano ci si riferisce sempre a tutto ciò che è contro ogni forma di discriminazione ed è a favore della vita. E questo cercò di fare don Roberto, il presbitero originario di Schio, fondatore del Movimento cristiano sociale livornese, dedito alla formazione giovanile, attivo negli anni della seconda guerra mondiale nell’ambito della Resistenza livornese. Tenne pubbliche lezioni contro l’ideologia fascista, facendo sentire la voce dei cristiani sociali, all’interno del Comitato di Liberazione Nazionale livornese, e dando assistenza ai partigiani. Fu arrestato dalla Gestapo il 17 maggio 1944, venne trasferito a Firenze nella Villa Trieste, trasferito nel campo di Fossoli, quindi a Bolzano, nel lager di Mauthausen e, infine, in quello di Dachau. Venne liberato con l’arrivo delle truppe americana il 29 aprile 1945 e, nel secondo dopoguerra, svolse un’intensa opera assistenziale riprendendo la sua missione di sacerdote e di educatore. Nel 1972 andò a colloquio con Paolo VI con il quale parlò dei lager nazisti e della sua opera evangelizzatrice tra i reduci. Morì il 26 maggio 1978. Nel 1953 pubblico il libro Vangelo nei lager: un prete nella Resistenza nel quale ripercorre la sua dura esperienza nei lager.

Non è solo un documento storico ma un racconto vivo e toccante di un prete, che ha saputo opporre una strenua resistenza ai nemici del bene, appellandosi al Verbo di Dio e portandolo a tutti coloro che, come lui, vivevano la condizione di detenzione. Schierandosi dalla parte del Vangelo, mantenendo una certa fedeltà al messaggio di amore di Dio, don Angeli rischiò la sua esistenza. Il testo, dalla struttura prosaica e dal tono smaccatamente spensierato, riesce ad arrivare al cuore di tutti, anche quando vengono descritte situazioni estreme e dolorose. Il presbitero riporta tutta una serie di trucchi, finalizzati a salvare la vita degli ebrei e a racimolare vivere per i fuggiaschi. Quella di don Angelo fu una lotta silenziosa e speranzosa sostenuta dal padre Emilio, che riportò messaggi clandestini segretamente prima di venire acciuffato dai nazisti. Nel periodo del suo internamento, il sacerdote livornese incontrò, tra gli altri, Teresio Olivelli, il giovane alpino che formulò una preghiera trascritta da don Angelo nel suo libro. L’orazione recita: “Nella tortura serra le nostre labbra. Spezzaci, non lasciarci piegare. Se cadremo fa’ che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità”. Il Vangelo nel lager è un libro che si nutre di una certa spiritualità e di un senso di umanità senza eguali. Nei campi di concentramento il religioso racconta di essere riuscito a praticare i sacramenti cristiani della Confessione e dell’Eucarestia, grazie anche al supporto dei ministri di culto delle altre confessioni cristiane. Don Angeli andò alla ricerca dell’umanità in mezzo a tanto orrore e a tanta sofferenza, sotto la guida costante di Dio, nella consapevolezza che l’uomo che smarrisce la propria anima viene ridotto ad una mera funzione biologica simile a quella di animali. Ma dietro ogni esistenza c’è un alito di vita che non può e non deve mai disperdersi. C’è un’umanità che deve ritrovare se stessa e deve andare alla ricerca dell’antidoto a così tanto odio. Solo così non si tornerà più a parlare di guerre.