Chiesa
Vespri a San Paolo fuori le Mura, Francesco: uscire dai propri particolarismi
Il Papa ha celebrato la chiusura della Settimana per l'unità dei Cristiani
“Tante controversie tra cristiani, ereditate dal passato, si possono superare mettendo da parte ogni atteggiamento polemico o apologetico e cercando insieme di cogliere in profondità ciò che ci unisce, e cioè la chiamata a partecipare al mistero di amore del Padre rivelato a noi dal Figlio per mezzo dello Spirito Santo”. Nel segno dell’unità, ancora una volta, la celebrazione dei secondi vespri che papa Francesco ha presieduto questo pomeriggio nella basilica di San Paolo fuori le Mura. 25 gennaio, solennità della conversione dell’Apostolo delle genti. Quest’anno un tema importante: “Dammi l’acqua da bere”. Gesù incontra la samaritana e lì avviene un incontro speciale. Già questa mattina, durante l’Angelus, Francesco aveva affrontato il tema dell’ “acqua viva”, esclamando che “Gesù ha sete di noi”. La samaritana è l’icona perfetta di un incontro nuovo, che genera familiarità, unità. “L’unità dei cristiani non sarà il frutto di raffinate discussioni teoriche nelle quali ciascuno tenterà di convincere l’altro della fondatezza delle proprie opinioni – ha detto Francesco, che per l’occasione, come da norma liturgica, ha indossato un piviale bianco. “Dobbiamo riconoscere che per giungere alla profondità del mistero di Dio abbiamo bisogno gli uni degli altri, di incontrarci e di confrontarci sotto la guida dello Spirito Santo, che armonizza le diversità e supera i conflitti”.
Tante le questioni sul tavolo dell’unità. “Oggi- ha detto Beroglio- esiste una moltitudine di uomini e donne stanchi e assetati, che chiedono a noi cristiani di dare loro da bere. È una richiesta alla quale non ci si può sottrarre. Nella chiamata ad essere evangelizzatori, tutte le Chiese e Comunità ecclesiali trovano un ambito essenziale per una più stretta collaborazione”. E’ l’esempio di Francesco, quanto le immagini dei suoi più recenti viaggi internazionali ci hanno lasciato alla memoria. “Per poter svolgere efficacemente tale compito, occorre evitare di chiudersi nei propri particolarismi ed esclusivismi, come pure di imporre uniformità secondo piani meramente umani”. Un pensiero del Papa è andato ai martiri di oggi, altro leit motiv di questi due anni di pontificato del Papa argentino. “Ci sono più persecuzioni oggi che ieri”, aveva detto qualche tempo fa in Santa Marta. Le notizie di violenze perpetrate a danno di cristiani sono all’ordine del giorno, tristemente note. “Questo è l’ecumenismo del sangue” – così l’ha appellato il Papa, che ha poi ricordato l’appuntamento nei prossimi giorni della plenaria della Commissione mista per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali.
Al termine della sua omelia Francesco ha richiamato l’affermazione conciliare dell’unità della Chiesa, intesa – secondo la Costituzione conciliare Lumen Gentium, come “sacramento di unità”.