Attualità
Videogiochi violenti. Se li conosci li eviti
Occorre alzare la guardia perché manca la consapevolezza di quanta violenza offra il mercato dei videogiochi. Una enorme offerta di giochi che offrono scene splatter e per i quali, in Italia, è semplicemente sconsigliato l'uso da parte dei minorenni, non essendoci alcun divieto nella vendita. Ecco una radiografia del fenomeno con i primi dieci videogiochi più discutibili per contenuti e immagini.
Avvertenza ai lettori. Questo è un pezzo delicatissimo. Che abbiamo voluto dedicare ai genitori e agli educatori perché siano pienamente consapevoli dei rischi che oggi i nostri figli corrono quando si accostano a un videogioco. Parliamo di videogiochi con un tale tasso di violenza da lasciare sbigottiti persino noi giornalisti, che pure siamo abituati a tutto. Ci scusiamo persino per le immagini che vi raccontiamo. Ma ve lo dobbiamo. Il nostro non è un racconto splatter. Vi stiamo indicando un pericolo e vi stiamo suggerendo di innalzare la guardia per salvaguardare l’equilibrio psicologico dei vostri/nostri figli e dei ragazzi che sono affidati alle vostre/nostre cure. E se per caso qualcuno di voi ha questi videogiochi in casa, provi a farsi qualche domanda. E poi, un suggerimento per tutti, parliamone apertamente con i nostri ragazzi. Non sarà mai tempo perso. Anche perché troppi fatti di cronaca nera che hanno visto bambini e ragazzi rendersi responsabili di omicidi cruenti, stragi, ferimenti in famiglia e anche oltre, sono stati ispirati da videogiochi. Circostanze, queste, che riaprono puntualmente il discorso sulle possibili influenze negative dei videogiochi violenti su bambini e ragazzi. La vita come un gioco cruento. Davanti ad un videogioco l’immedesimazione nel protagonista e il coinvolgimento nel contesto che lo circonda sono oggi ulteriormente favoriti da una grafica che fa sempre più assomigliare le scene virtuali a quelle quotidianamente trasmesse dalla televisione. Basta semplicemente fermarsi a guardare un bambino impegnato a spingere i tasti del computer o con in mano il controller di una console per rendersene conto. Forse però manca la consapevolezza di quanta violenza offra il mercato dei videogiochi. Un mondo che merita una vera e propria classifica, difficilissima da realizzare per la vastità di scelta tra i giochi che offrono scene splatter per i quali in Italia è semplicemente sconsigliato l’uso da parte dei minorenni, non essendoci alcun divieto nella vendita. La classifica dell’orrore. Al primo posto non può non esserci “Gran Theft Auto V” (GTA V), da tutti considerato il gioco più violento attualmente in commercio. Nei panni di uno dei 3 criminali che si può scegliere di impersonare, si ha la possibilità di drogarsi, andare a prostitute (pagandole o ammazzandole), dire parolacce e improperi vari, ammazzare, torturare, rapinare chiunque e in qualsiasi modo (mani nude, automobili, coltelli, asce, armi, bombe, fuoco, ecc…) arrivando anche a tradire il compagno di gioco. Seconda piazza per “Mortal Kombat” dove, con personaggi fantastici, si partecipa a duelli al termine dei quali si può uccidere definitivamente l’avversario per guadagnare ulteriori bonus. L’estrema violenza delle ‘mosse finali’ – ad un avversario gli si può staccare la testa o fargliela esplodere, gli si strappa il cuore ancora pulsante o lo si sottopone a folgorazione e impalamento – richiamano gesti compiuti da uomini incappucciati ai danni di persone legate, inginocchiate e vestite di una tuta arancione, censurate anche in televisione. Terzo posto per “Manhunt”, nel quale il protagonista per sopravvivere ad una “caccia all’uomo” si libera dei nemici soffocandoli con sacchetti di plastica, picchiandoli a sangue, decapitandoli o sparando. In alcuni Stati, Italia compresa, è stata bloccata la diffusione di una prima versione del gioco ritenuta eccessivamente violenta. Nonostante le modifiche apportate dalla casa di produzione nel nostro Paese ai minorenni è sconsigliato l’uso. Appena giù dal podio “The last of us remastered”, ritenuto da molti esperti un gioco dal realismo e dalla brutalità quasi mai visti per via della presenza di sparatorie, combattimenti corpo a corpo, nemici usati come scudi umani. Segue “Call of duty”, il classico gioco da guerra dove si spara a chiunque finisca nel proprio raggio d’azione. “Hitman: Absolution” colpisce per la crudeltà nei confronti di persone indifese (si può lanciare una bomba tra un gruppo di civili), per la presenza di scene a sfondo sessuale (un livello si svolge all’interno di un night club) e per l’uso di droga. Alcuni di queste caratteristiche si ritrovano anche in “Far Cry”, che pone l’accento su illegalità e violenza senza limiti. Armi e giustizia personale incondizionata in “Wolfenstein”, nel quale spari e urla di dolore sono molto realistici, soprattutto quando si decide di smembrare il nemico a colpi di ascia. Con “Payday” si diventa membri di una lobby che pianifica assalti a gioiellerie e banche molto cruenti, resi sufficientemente realistici dagli spari, dalle grida di dolore e dalla presenza di sangue. In “Battlefield”, che appartiene alla categoria degli “sparatutto”, chiunque finisca nel mirino deve essere ucciso con più violenza possibile. I dialoghi comprendono frasi molto colorite e sovente ci si imbatte nella droga, con persone che sniffano cocaina o fumano marijuana. La versione “hardline”, in uscita in questi giorni, promette di essere molto violenta. Meriterebbero un posto in classifica anche videogiochi come Lucius, Bioshock, The Order: 1886, Gears of war, Assassin’s creed Unity, Watch Dogs e Counter Strike… Ma si rischierebbe di non finire più.