Cultura
VIII centenario del Cantico delle Creature
La famiglia francescana celebra gli 800 anni della Pasqua del Serafico Padre San Francesco
Sono ufficialmente iniziate le celebrazioni per l’VIII centenario della stesura del Cantico delle Creature (1225-2025), dopo quelle dedicate ai centenari del primo presepe a Greccio (1223-2023) e delle Sacre Stimmate a La Verna (1224-2024). La cerimonia di apertura dell’evento, organizzata dalla famiglia francescana in collaborazione con le diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e il comune di Assisi, si è svolta l’11 gennaio presso i santuari di San Damiano e della Spogliazione di Assisi. Il Cantico delle Creature, Laudes creaturarum o Cantico di Frate Sole, scritto in lingua volgare, è una poesia sublime risalente agli albori della letteratura italiana, redatta da San Francesco nei primi anni del duecento, poco prima della sua morte avvenuta il 3 ottobre 1226. È un elogio a Dio creatore dell’universo e di ogni bellezza in esso contenuta, un inno di grazia per il mistero pasquale, cantato e vissuto dal Serafico Padre, una fusione profonda tra vita e Parola, un riferimento erudito capace di abbattere qualsiasi barriera culturale. Questa lauda è l’espressione più chiara e diretta del percorso di vita, spirituale e umano, compiuta dal Poverello per conformarsi a Cristo. Francesco annuncia l’idea evangelica della fratellanza umana, nei termini del rapporto armonioso dell’uomo, liberato dal peccato, con la natura, con l’universo, con Dio e con le sue creature. In questa preghiera è presente un linguaggio rasserenato e gioioso, proteso a nominare gli elementi più comuni dell’esperienza materiale del mondo (messor lo frate sole, sora luna e le stelle, frate vento, sor’acqua, frate focu, matre terra, nostra morte corporale), come forma di venerazione e di ricerca del bello e dell’Assoluto. Papa Bergoglio ha raccolto l’eredità francescana redigendo la “Laudate Si’” nel 2015, nella quale ricorda che le persone di fede non dovrebbero solo rispettare la Terra, ma anche acclamare e onorare Dio attraverso il loro impegno per la cura dei problemi del creato e dell’ambiente. “L’universo si sviluppa in Dio, che lo riempie tutto. Quindi c’è un mistero da contemplare in una foglia, in un sentiero, nella rugiada, nel volto di un povero” si legge nel documento papale. Presenti all’evento di sabato scorso tutti i rappresentanti della Conferenza della Famiglia Francescana, mons. Sorrentino, vescovo delle Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e membri dell’amministrazione comunale di Assisi. “Nonostante la cecità che segnava gli ultimi anni della sua vita … il Cantico ha lo sguardo di fede profonda di chi riconosce la bellezza del creato come riflesso della perfezione divina” ha detto Francesco Piloni, ministro dei Frati Minori di Umbria e Sardegna, in apertura dei lavori nel santuario di San Damiano, luogo nel quale pare sia stata composta la maggior parte della lauda. Sono stati letti alcuni passi biblici sul creato e brani tratti dalla Compilazione di Assisi, anche nota come Leggenda antica di San Francesco o Leggenda perugina. Si tratta di una raccolta di materiali di diversa provenienza e di ispirazione eterogenea, messi insieme tra il XIII e il XIV secolo, per ricostruire le vicende dell’esistenza del santo e per comprendere le fasi compositive del Cantico. La Compilazione, derivata dal manoscritto 1046 conservato nella Biblioteca Comunale di Perugia, si propone come fonte storiografica molto più antica della “Legenda Maior” (1263), il libro scritto in latino da Bonaventura nel quale si ripercorre la biografia di Francesco. Questo manoscritto arcaico raccoglie le testimonianze delle persone vicine al Poverello e i ricordi dei suoi più stretti compagni, che erano stati secretati dal decreto capitolare del 1266. È una lettura di straordinaria bellezza e di facile comprensione, che aiuta a conoscere meglio la storia del santo. Questo documento è stato rinvenuto nel 1922 da padre Ferdinand Delorme ed è stato studiato, nel 1975, da padre Marino Bigaroni, secondo cui l’esemplare fu conservato nella biblioteca del Convento di Assisi fino al 1381 e, per questo motivo, può anche essere denominato Compilatio assisiensis. Dopo la celebrazione della liturgia della Parola sono intervenuti, fra gli altri, fra Massimo Fusarelli, ministro generale dei Frati Minori, e fra Carlos Alberto Trovarelli, ministro generale dei Frati Minori Conventuali. “Il Cantico è poesia ma soprattutto preghiera. Con un animo orante bisogna leggere questo testo per capirlo davvero. Vogliamo associarci alla preghiera di Francesco con la nostra fede, che si esprime nella preghiera e nel rendimento di grazie” ha detto Fusarelli. “Francesco è in grado di stabilire una nuova relazione con la creazione, chiamando le creature per nome e attribuendo loro la capacità di lodare Dio, che le ha pensate e generate”: una relazione con il Creato oggi messa in discussione dai cambiamenti climatici” ha commentato Trovarelli. Nel santuario della Spoliazione si è tenuto un secondo momento di preghiera e di canti a cura di fra Simone Calvarese, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini del Centro Italia. Sono stati letti altri passaggi, tratti sempre dalla Compilazione di Assisi, riguardanti le ultime due strofe del Cantico, che parlano di perdono e morte (Laudato sii, o mio Signore, per quelli che perdonano per amor tuo … Laudato sii, o mio Signore, per nostra sora Morte corporale). Queste ultime parti, composte da Francesco quando era ospite del vescovo Guido II in Episcopio, recano un messaggio di pace, di riconciliazione e di misericordia. Altri spunti di riflessione sul centenario sono stati offerti da Suor Frances Marie Duncan, presidente della Conferenza francescana internazionale dei fratelli e delle sorelle del Terzo Ordine regolare, la quale si è soffermata sulle disuguaglianze che contraddistinguono il mondo d’oggi, da fra Amando Trujillo Cano, ministro generale del Terz’Ordine regolare, che si è focalizzato su perdono e pace, e da fra Roberto Genuin, ministro generale dei Frati Minori Cappuccini, che ha riflettuto sul concetto di fede. “Per capire il Cantico bisogna leggerlo fino in fondo, o forse addirittura cominciare dal fondo, dove lo scenario è quello di una umanità dolente, nell’anima e nel corpo, e persino a rischio perdizione, ma la prospettiva certa e possibile del perdono, della riconciliazione e della vita eterna danno sicura speranza” ha detto mons. Sorrentino. Al termine della celebrazione di apertura del centenario, i rappresentanti della Conferenza della Famiglia Francescana hanno reso omaggio al Poverello di Assisi nella Cripta della Basilica di San Francesco. Nel 2025 si terranno tutta una serie di iniziative culturali e religiose a cura della Provincia Serafica dei Frati Minori, con il sostegno e l’autorizzazione del Comitato Locale e Nazionale dei Centenari Francescani. Tra queste il progetto Francesco tra le righe a cui prenderanno parte vari esponenti del mondo della cultura, che si interrogheranno sul valore poetico del Cantico come crocevia di incontro e di riflessione sulle questioni concernenti l’umanità e la fede, e la Festa del Cantico che sarà l’occasione per omaggiare, ancora una volta, la preghiera più universale di San Francesco. L’VIII centenario di quest’inno di amore a Dio è un avvenimento importante, che si aggiunge ad altri due eventi cruciali per il mondo cristiano: il Giubileo della Speranza e la Canonizzazione di Carlo Acutis. Il “beato millennial”, fulgido esempio di virtù e ispiratore di sani principi cattolici, sarà innalzato agli onori degli altari il prossimo 27 aprile, in occasione del Giubileo degli adolescenti. Prima e dopo la funzione tanti fedeli si recheranno ad Assisi per omaggiare il ragazzo, sepolto nella Chiesa di Santa Maria Maggiore nel Santuario della Spoliazione, e potranno così partecipare alle attività organizzate per onorare il centenario del Cantico di Frate Sole. Nel 2026 si terrà l’ultimo centenario dedicato alla “Pasqua di Francesco d’Assisi” (1226-2026), che concluderà il progetto pensato per commemorare gli 800 anni della Pasqua del Serafico Padre San Francesco.