Diocesi
Vittime della nostra indifferenza
Mons. Nolè ha celebrato in Cattedrale per Roberto, Tonino eSerafina, vittime del rogo nel centro storico bruzio.
Sguardi carichi di sofferenza, volti su cui pesa la scure di un lutto inaspettato e ancora inspiegabile. La cattedrale avvolta in un silenzio pesante, gravido di domande ad oggi, purtroppo, senza risposta. E’ un dolore ancora vivo quello della comunità cosentina per la tragica morte di Tonino, Serafina e Roberto, la famiglia arsa viva dall’incendio che ha colpito la loro abitazione lo scorso 18 agosto. Un dolore che traspare nella sua interezza nella Messa che li ha ricordati martedì scorso, presieduta dal vescovo di Cosenza- Bisignano, mons. Francesco Nolè. Molti i presenti, tutti lì per commemorare una famiglia molto conosciuta dai residenti del centro storico e la cui morte ha colpito la città tutta. “Nessuno di noi può nascondere il disagio e la difficoltà nel celebrare questi funerali che non dovevano essere celebrati” ha detto con parole accorate mons. Nolè all’inizio della sua omelia. “Abbiamo capito da questa vicenda che non basta avere pane, una casa e di che vestirsi; le vittime sentivano la solitudine, direi l’isolamento di tanti che con il loro giudizio invece di amarli, li emarginavano” ha scandito in maniera solenne il presule sottolineando come “la solitudine porti a chiudersi in se stessi e ad avere sfiducia nel prossimo”. “Possiamo dare tutti i beni di questo mondo- ha proseguito Nolè – ma se manca il nostro cuore, la nostra capacità di condividere i problemi di queste persone, esse continueranno a sentirsi sole, come se fossero già condannate a morire. In questi casi non ci sono più relazioni con la gente e se ci sono, non sono relazioni fraterne, ma rapporti difficili. La fratellanza invece, si vede nella capacità di prevenire l’altro prima che la tragedia si consumi, di essere attenti ai sintomi che dicono la sua difficoltà”. Antonio Noce, suo nipote Roberto e la fidanzata Serafina infatti vivevano in una condizione di precarietà e disagio e pare che non intrattenessero buoni rapporti con il vicinato. La causa dell’incendio che è costato loro la vita, e che ha distrutto alcuni manoscritti di accertato valore storico riconducibili a Bernandino Telesio, non è di facile attribuzione. La procura di Cosenza guidata dal pm Emanuela Greco ha aperto un’inchiesta per accertare i fatti.