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Il “giù le mani dal calcio” urlato a gran voce dai tifosi, rilanciato da alcuni governi e amplificato dai media, ha portato allo stop del blitz con il quale dodici grandi società calcistiche europee puntavano alla nascita di una Superlega. Quel “calcio dei ricchi”, come è stato definito, che puntava a massimizzare i profitti e a superare l’attuale governo del calcio europeo e nazionale. L’operazione, come è noto, si è sgonfiata nel volgere di 48 ore e ha lasciato sul campo tanti feriti. A parte la figuraccia dei dirigenti dei grandi club coinvolti, soprattutto restano i bilanci malmessi delle società (per centinaia di milioni di euro) e la consapevolezza che il sistema calcio sembra aver imboccato una fase nuova nella quale il tema della sostenibilità finanziaria avrà un peso sempre più decisivo. Ma ciò che più sorprende dello psicodramma collettivo nel quale si sono mossi tanti attori così diversi, è la sorprendente reazione popolare al tentativo di rivoluzionare lo sport più amato al mondo. Per quale buona ragione, per quale valore condiviso, contro quale minaccia, sapremmo trovare la forza per contrastare progetti egemonici?

Ennesimo deludente pareggio, i lupi non vincono neanche a Reggio Emilia. La retrocessione ora è più vicina..

Non sono certo stati risolti i problemi che il Cosenza si porta dall'inizio della stagione, perché il mal di gol continua a essere evidente e bisogna porre qualche rimedio, ma quanto meno la prestazione in Campania fa sperare che almeno il Cosenza ci proverà.

Il pareggio contro il Pisa, probabilmente immeritato visto il numero di occasioni avute dai toscani, ha palesato ancora una volta che il Cosenza ha un organico evidentemente insufficiente rispetto alla maggior parte delle squadre che disputano il campionato di serie B. Ma allo stesso tempo la sterilità gioco offensivo è data anche da come le punte vengono schierate, troppo schiacciate sulle fasce.

Apprezziamo il cronoprogramma del buon Occhiuzzi, che vuole portare tutti i calciatori allo stesso livello e farli sentire ugualmente importanti nell'impianto squadra, ma questo processo non vede ancora la fine. Petre, Gliozzi e Borrelli sono degli oggetti misteriosi. 

Maradona è stato un'icona dello sport, ma anche della cultura popolare. Maradona è stato il più grande calciatore di tutti i tempi, l'uomo più forte che abbia calcato i campi da calcio. Per questo Diego non morirà mai.