A Manaus 56 vittime in scontro tra gang
Una rivolta nel carcere brasiliano. L’Arcidiocesi chiede “scelte di non violenza”
È di 56 vittime il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime della grande rivolta che si è verificata nel carcere di Manaus, capitale dell’Amazzonia brasiliana. All’origine del massacro gli scontri tra cartelli contrapposti del narcotraffico scoppiati ancora il 1° gennaio e conclusisi nella mattinata di ieri, dopo 15 ore di vera e propria guerriglia. Alcune vittime sono state trovate decapitate. Gli scontri sono scoppiati tra detenuti appartenenti al “Primer Comando de la Capital”, organizzazione criminale di San Paolo, e quelli della locale “Familia do Norte”, alleata a sua volta del cartello di Rio de Janeiro “Comando Vermelho”.
Su quanto accaduto il network cattolico brasiliano Canção Nova” riporta la prima reazione dell’arcidiocesi, che “chiede scelte di nonviolenza”, e in particolare la dichiarazione del vescovo ausiliare di Manaus, dom Jose Albuquerque Araújo: “La Chiesa di Manaus esprime grande rammarico e profonda tristezza; siamo tutti uniti nella preghiera: sacerdoti, diaconi, operatori pastorali, noi vescovi, operatori della pastorale carceraria. Ognuno sta pregando che questa situazione si risolva appena possibile. Sappiamo delle grandi sfide delle carceri in Brasile e qui a Manaus la situazione non è diversa. Tutto questo ci porta grande tristezza e apprensione. Tutta la città è in stato di allerta”. Il vescovo esprime la speranza che il Governo statale e l’Amministrazione locale, assieme alla Polizia, possano risolvere la situazione, soprattutto, “per il bene di quei prigionieri che sono spesso vittime di violenza, e anche per i loro familiari, che vivono questo momento con molta apprensione, tristezza e la paura che la situazione sfugga di mano”. Conclude dom Albuquerque: “Qui stiamo tutti pregando e ricordando le parole di Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata della pace. In tutte le comunità della nostra arcidiocesi sono state lette, su di esse abbiamo riflettuto e pregato. In effetti, questa è una situazione molto triste e ci lancia una grande sfida per affrontare la situazione nelle nostre carceri con serenità, giustizia, rispetto dei diritti umani e cercando di portare la pace nelle carceri, cosa che non sta accadendo qui a Manaus e nel nostro paese”.
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