Acqua, risorsa scarsa
OMM: entro il 2050, oltre due terzi della popolazione mondiale (5 miliardi di persone!) si troveranno a dover fronteggiare almeno un mese di carenza d’acqua.
Siccità, squilla un ulteriore importante campanello d’allarme a livello globale: entro il 2050, oltre due terzi della popolazione mondiale (5 miliardi di persone!) si troveranno a dover fronteggiare almeno un mese di carenza d’acqua. Ad allertare governanti e opinione pubblica su questo tema cruciale ci pensa il primo rapporto, pubblicato pochi giorni fa, dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) – organismo intergovernativo di carattere tecnico, che si occupa di meteorologia e che comprende 191 Stati membri e Territori -, col titolo “State of Global Water Resources report informs on rivers, land water storage and glaciers”. Il documento, che affronta la questione su come il cambiamento climatico stia influenzando le risorse idriche mondiali, formula tale catastrofica valutazione sulla base delle proiezioni sviluppate a proposito di flussi fluviali, inondazioni e siccità in tutti i continenti.
I risultati riportati dal primo Rapporto Omm, che ad una prima lettura possono apparire tra loro contrastanti, in realtà lasciano trasparire la situazione disomogenea nei vari paesi in tutto il mondo riguardo alla loro sicurezza idrica. Un ampio “range”, dunque, tra regioni che dovranno affrontare un futuro davvero difficile (ad es. il bacino brasiliano del Rio São Francisco) ed altre (come la regione dei Grandi Laghi negli Stati Uniti) che presentano condizioni decisamente più confortanti. “L’impatto del cambiamento climatico – spiega Petteri Taalas, Segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale – si fa sentire spesso attraverso l’acqua, siccità più intense e frequenti, inondazioni più estreme, precipitazioni stagionali più irregolari e fusione accelerata dei ghiacciai, con effetti a cascata sulle economie, sugli ecosistemi e su tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Eppure, la comprensione dei cambiamenti nella distribuzione, nella quantità e nella qualità delle risorse di acqua dolce è insufficiente”. Proprio per questo, le 36 pagine che compongono il primo Rapporto Omm mirano a colmare questa lacuna di conoscenza, fornendo una panoramica concisa della disponibilità di acqua in diverse parti del mondo.
Questi dati rivestono un’importanza cruciale, poiché contribuiranno a indirizzare gli investimenti per l’adattamento e la mitigazione del clima e a fornire una base informativa alla campagna delle Nazioni Unite per garantire l’accesso universale ai sistemi di allerta precoce per i disastri climatici come le inondazioni e la siccità.
Come avviene per altri fenomeni di cambiamento climatico, anche riguardo la siccità tra i paesi del mondo ci saranno “vincitori e vinti”, sofferenze maggiori e minori, ma uno sguardo d’insieme, purtroppo, evidenzia il prevalere delle tendenze negative rispetto a quelle positive. Ne è esempio l’ampio territorio degli Stati Uniti, dove si prevede che la persistente siccità avrà un impatto ancora maggiore sulla sicurezza idrica dell’Ovest. La regione dei Grandi Laghi, tuttavia, vedrà una sicurezza idrica relativamente alta, grazie alla vicinanza della regione a cinque dei più grandi laghi d’acqua dolce del mondo.
Circa lo stoccaggio dell’acqua, poi, si prevede che nel 2050 alcune regioni avranno una capacità superiore alla media (ad es. il bacino del Niger in Africa occidentale, il Rift dell’Africa orientale e il bacino settentrionale dell’Amazzonia); altre, al contrario, faranno registrare una tendenza negativa per quanto riguarda lo stoccaggio dell’acqua (tra gli altri, il bacino brasiliano del Rio São Francisco, la Patagonia nella parte meridionale del Sud America, le sorgenti del fiume Gange, nella catena montuosa dell’Himalaya nel nord dell’India, il fiume Indo che scorre dal Tibet al Mar Arabico).
Secondo il Rapporto, anche il rapido scioglimento delle nevi e dei ghiacci nelle regioni ad alta quota sta generando un impatto significativo sulla sicurezza idrica globale; allo stesso modo, produce effetti negativi l’uso massiccio di acque sotterranee per l’irrigazione, un problema che si aggrava in presenza di siccità e di riduzione delle riserve di superficie.
Il Rapporto Omm, inoltre, sottolinea come, sulla base delle medie idrologiche degli ultimi 30 anni, l’area globale con flussi inferiori alla media nel 2021 è stata circa il doppio di quella con flussi superiori alla media. A parere degli studiosi, la ragione di ciò va ricercata sia nei cambiamenti climatici, sia in un evento specifico, “La Niña”, ovvero un modello di oscillazione atmosferica caratterizzato da ampie variazioni della temperatura dell’acqua nell’Oceano Pacifico.
Anche il bene prezioso ed essenziale dell’acqua, dunque, mostrandosi nella sua “precarietà”, interpella fortemente la nostra responsabilità, a tutti i livelli, per una immediata ed efficace azione globale a contrasto dei cambiamenti climatici.
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