Caritas Day Expo
L'assemblea Onu si eprima sul diritto al cibo
La proposta è stata lanciata con l'invito, a tutte le Caritas del mondo, di mandare cartoline alle Nazioni Unite per chiedere che i governi facciano il punto sulla situazione alimentare globale. I delegati Caritas hanno percorso in corteo il Decumano, via centrale dell'Expo, dietro lo striscione "One human family. Food for all", titolo della campagna lanciata da Papa Francesco a dicembre 2013.
Una piantina fiorita tra il numero 805 scritto con i sassolini, tanti quanti gli 805 milioni di persone che ancora non hanno cibo a sufficienza nel mondo. Si è conclusa con questo gesto simbolico davanti allo stand Caritas all’Expo di Milano la giornata che ha portato al grande evento mondiale sul cibo la voce degli esclusi. Il “Caritas day” si è svolto oggi, con migliaia di rappresentanti Caritas provenienti da tutto il mondo, ma è iniziato ieri sera con una messa davanti al Duomo di Milano presieduta dall’arcivescovo card. Angelo Scola, seguita da uno spettacolo. Tra chiassose scolaresche in fila davanti ai padiglioni delle nazioni e visitatori indaffarati ad assaggiare le delizie culinarie di tutto il mondo, i delegati Caritas hanno concluso la giornata percorrendo in corteo, a passo di musica, il Decumano, la via centrale dell’Expo, dietro lo striscione “One human family. Food for all”. Il “Caritas day” ha sancito anche il passaggio di consegne tra il presidente uscente di Caritas Internationalis, card. Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa, e il neo presidente card. Luis Antonio Tagle, l’arcivescovo di Manila volato in Italia dagli Usa appena appresa la notizia, pochi giorni fa. Il “Caritas day” è stato organizzato da Caritas Internationalis, Caritas italiana e Caritas ambrosiana.
Aiutare i piccoli coltivatori. In uno studio che ha coinvolto 99 Caritas nazionali - presentato oggi e realizzato da Caritas internationalis, Catholic Relief Services e Grey Matter Research & Consulting - sembra che la soluzione per ridurre la fame nel mondo sia molto semplice: aiutare i piccoli coltivatori, i più colpiti dai cambiamenti climatici. Il riscaldamento globale è infatti tra le prime tre cause di malnutrizione insieme alla mancanza di risorse - terra, semi, prestiti, accesso ai mercati - e alla bassa produttività agricola. Secondo un terzo degli intervistati (che facevano riferimento alla situazione nel proprio Paese) le persone non hanno accesso a cibo sufficiente; la metà dice che la sicurezza alimentare è garantita in parte, soltanto per un quinto lo è completamente. A soffrire di più per la bassa produttività agricola e i cambiamenti climatici sono i contadini dell’Africa sub-sahariana. In Asia i piccoli agricoltori non riescono ad accedere alle risorse finanziarie. In America Latina e nei Caraibi le difficoltà sono dovute alla speculazione sui prezzi alimentari e alla mancanza di infrastrutture. Il Medio Oriente e il Nord Africa scontano più di tutti la presenza di conflitti e la mancanza di acqua pulita. |
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