La Pasqua ortodossa non sarà un giorno festivo
Padre Khader: la decisione del governo palestinese, guidato dal premier Rami Hamdallah, sta provocando “scontento e preoccupazione non solo tra i fedeli cristiani e cattolici ma anche tra molti musulmani”.
Domenica 8 aprile, giorno in cui si celebra la Pasqua ortodossa, non sarà un giorno festivo in Palestina. Le decisione del governo palestinese, guidato dal premier Rami Hamdallah, sta provocando “scontento e preoccupazione non solo tra i fedeli cristiani e cattolici ma anche tra molti musulmani”. A rivelarlo al Sir è padre Jamal Khader, parroco della parrocchia latina della “Sacra Famiglia” nella capitale palestinese, Ramallah. “Negli scorsi anni – spiega il sacerdote – la Pasqua era una festa nazionale, dunque tutti i palestinesi potevano godere di un giorno festivo. Quest’anno il governo ha inspiegabilmente revocato la decisione e ci si chiede quale ne sia il motivo. Si tratta di una novità che sta suscitando risentimento e anche preoccupazione. La paura, infatti, è quella che questa decisione possa essere la prima di una lunga serie e che possa preludere ad un cambiamento di rotta del Governo circa i rapporti con i cristiani”. La preoccupazione è condivisa anche dai fedeli cattolici che vivono in Palestina. “Come è noto – dichiara il parroco – qui in Palestina i cattolici e gli ortodossi festeggiano insieme il Natale (25 dicembre) e la Pasqua, seguendo il calendario Gregoriano per la Nascita di Gesù e quello Giuliano per la Resurrezione. Oggi per noi è il Venerdì Santo. Per festeggiare adesso bisognerà chiedere un giorno di permesso”. Da quanto il Sir ha appreso da altre fonti locali, “il Consiglio delle Chiese di Ramallah ha chiesto al primo ministro un incontro urgente per discutere la questione senza, tuttavia, ottenere una risposta precisa”. Si teme che la decisione del Governo di Hamdallah possa trovare una ragione d’essere “nella piccola percentuale di cristiani che vivono in Palestina, nonostante la loro presenza sia radicata da due millenni”. Sorpresa e delusione sono state espresse anche dalla Chiesa ortodossa di Ramallah che sottolinea come il premier non abbia rivolto gli auguri ai cristiani. La speranza è che dal prossimo anno la Pasqua possa tornare ad essere considerata un giorno di festa per tutti i palestinesi.
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