INTERVISTA
Le detenute di Reggio cuciono mascherine per le carceri calabresi
Il garante Siviglia: la situazione nelle carceri calabresi in questo momento è sotto controllo. Non c'é nessun contagio e anzi alcuni problemi di assistenza sanitaria si stanno risolvendo.
“In considerazione dell’emergenza coronavirus, le detenute del carcere S. Pietro di Reggio Calabria hanno dato disponibilità a cucire delle mascherine, intanto ad uso interno, per quanto riguarda gli stessi detenuti, la polizia penitenziaria, i medici e gli infermieri che lavorano in carcere in tutti gli istituti penitenziari della Calabria ed eventualmente per i cittadini”. È quanto spiegato da Agostino Siviglia, garante dei detenuti della Calabria. Un’iniziativa che nasce dai magistrati di Area democratica per la giustizia di Reggio Calabria grazie al progetto ‘Ricuciamo’, “che avevamo iniziato lo scorso anno facendo cucire alle donne detenute le pettorine sia per gli avvocati che per i magistrati per le udienze”. Le detenute del carcere reggino, ormai in possesso di una professionalità che merita di essere valorizzata, riescono a realizzare 250 mascherine al giorno – spiega Siviglia -. Considerando che negli istituti penitenziari della Calabria ci sono più di 2000 detenuti, l’obiettivo è quello di fare fronte anzitutto a alle esigenze interne. Man mano le mascherine potrebbero essere anche esternalizzate”. Il tessuto acquistato da Area Democratica “è quello indicato dall’Istituto Superiore di Sanità. L’amministrazione penitenziaria ha comprato gli elastici e quanto mancava, quindi tutto è fatto secondo le prescrizioni”. Relativamente alla situazione nelle carceri calabresi, Siviglia evidenzia che “in questo momento la situazione è sotto controllo, nel senso che non ci sono stati episodi di rivolta come negli altri istituti italiani nelle settimane scorse; i detenuti hanno compreso il grave momento di difficoltà per tutti, anche l’impossibilità di visite da parte dei familiari, dimostrando un grande senso di responsabilità”. “Non c’è al momento in Calabria nessun contagio – sottolinea il garante - ed anzi qualche problematica che c’era di assistenza sanitaria, ad esempio nel carcere di Arghillà, si stanno risolvendo. Infatti mancavano gli infermieri e li stanno reclutando con l’Asp provinciale”.
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