Di Mafia Capitale aveva parlato anche papa Francesco nel corso del Te Deum di fine anno. "Quando in una città i poveri e i deboli sono curati, soccorsi e aiutati a promuoversi nella società, essi si rivelano il tesoro della Chiesa e un tesoro nella società. Invece, quando una società ignora i poveri, li perseguita, li criminalizza, li costringe a 'mafiarsi', quella società si impoverisce fino alla miseria, perde la libertà e preferisce l'aglio e le cipolle della schiavitù".
Napolitano: sto per lasciare, ho fatto del mio meglio
"In questi anni travagliati ho difeso l'unità nazionale". Poi il pensiero ai problemi attuali del Paese, all'Europa, alle riforme, ai giovani, a "Mafia Capitale"
"Sto per lasciare, ipotesi che la Costituzione prevede". Inizia così Giorgio Napolitano il suo discorso di fine anno, il più atteso, l'ultimo da Capo dello Stato. Un messaggio particolare, perché nella prima parte il Presidente della Repubblica ha voluto giustificare la scelta ormai da tempo nota: quella delle sue dimissioni. "La mie riflessioni avranno per destinatario anche chi presto mi succederà nelle funzioni che sto per lasciare, rassegnando le dimissioni: ipotesi che la Costituzione prevede". Il Capo dello Stato afferma di non poter più "sottovalutare i segni di affaticamento", soprattutto con riferimento agli impegni internazionali previsti dai padri costituenti. La prima parte del discorso di fine anno, allora, è stata un'analisi, alla luce costituzionale, del prossimo gesto dimissorio. "Ho fatto del mio meglio, in questi anni travagliati ho difeso l'unità nazionale".
Poi il pensiero di Napolitano è andato ai problemi del Paese, in un discorso - come egli stesso ha sottolineato al termine - in cui il presidente ha voluto parlare anzitutto ai cittadini ("ho così concluso l'appello che ho voluto indirizzare più che ai miei naturali interlocutori istituzionali, a ciascuno di voi, come persone, come cittadini attivi, perchè da ciascuno di voi può venire un impulso importante per il rilancio"). Primo pensiero alle riforme, tante volte invocate: "l'aver tenuto in piedi la legislatura apertasi con le elezioni di quasi due anni fa, è stato di per sè un risultato importante: si sono superati momenti di acuta tensione, imprevisti, alti e bassi nelle vicende di maggioranza e di governo; si è in sostanza evitato di confermare quell'immagine di un'Italia instabile che tanto ci penalizza, e si è messo in moto, nonostante la rottura del febbraio scorso, l'annunciato, indispensabile processo di cambiamento", dice il presidente. E aggiunge: "Ebbene, è innegabile che quell'auspicio si sia realizzato".
"Solo riconquistando intangibili valori morali la Repubblica potrà andare avanti. Non lasciamo che a occupare lo spazio siano solo italiani indegni". Durissime le parole che il Presidente ha dedicato allo scandalo di Mafia Capitale emerso nelle scorse settimane. "Un sottosuolo di marciume da bonificare". Per poi "affrontare le più gravi patologie di cui il nostro paese soffre: a cominciare da quella della criminalità organizzata e dell'economia criminale e da quella di una corruzione capace di insinuarsi in ogni piega della realtà sociale e istituzionale, trovando sodali e complici in alto". "La questione chiave - per Napolitano - è il dilagare della disoccupazione giovanile e la perdita dei posti di lavoro".
Un passaggio anche sull'Europa. Napolitano giudica in modo positivo il semestre di presidenza italiana dell'Ue. "L'Italia ha colto l'opportunità per sollecitare un cambiamento delle politiche dell'Unione Europea che accordino priorità al rilancio solidale delle nostre economie".
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