Nuovi protagonisti per il welfare
Il rapporto “Welfare aziendale: patto sociale per il Paese”, pubblicato da Secondo Welfare, evidenzia la crescita dell’impegno negli investimenti delle piccole e medie imprese (Pmi) in welfare aziendale.
Un tema centrale per il futuro di un paese, che invecchia e che riduce progressivamente il contributo che la popolazione attiva (i lavoratori e le lavoratrici) possono offrire al sistema di welfare state, è trovare altri soggetti che siano capaci di sostenere le iniziative e gli interventi sociali. Tra questi soggetti un ruolo importante possono giocarlo le aziende.
Il rapporto “Welfare aziendale: patto sociale per il Paese”, pubblicato da Secondo Welfare, evidenzia la crescita dell’impegno negli investimenti delle piccole e medie imprese (Pmi) in welfare aziendale. Sono due gli aspetti che emergono dal Welfare Index Pmi: da un lato la lungimiranza delle imprese che hanno strutturato un welfare aziendale, perché sembrano essere quelle maggiormente in salute; dall’altro lato l’utilità di questi investimenti per le comunità in cui quelle aziende sono inserite.
Il rapporto sottolinea che la maggior parte (il 68,4%) delle aziende italiane hanno raggiunto un livello medio di welfare per i loro dipendenti e famiglie. Negli ultimi anni le iniziative sono notevolmente aumentate. Le imprese offrono: servizi per la salute dalle assicurazioni sanitarie (25,7%) ai presidi diagnostici e di prevenzione (43,8%); aiuti economici alle famiglie in difficoltà (38,2%); formazione a distanza (39%); iniziative di conciliazione dell’attività lavorativa con la vita familiare (35,6%). Inoltre alcune imprese hanno sostenuto iniziative di comunità locali e istituzioni del territorio con donazioni (15,4%).
Dai risultati emersi si osserva un radicamento territoriale delle PMI che comprendono l’importanza di strutturare una rete di rapporti con la comunità in cui sono inserite e che capiscono la forza di valorizzare le proprie risorse umane. Il rapporto parla di lungimiranza egoistica, perché queste aziende vedono il ritorno economico dei loro investimenti in welfare. Contemporaneamente – dove sono presenti – contribuiscono anche a creare un nuovo e più ricco sistema di politiche sociali. Si rafforza un sistema di sussidiarietà ampio dove le imprese si affiancano ad altri soggetti di welfare comunitario. In un simile contesto aumenta l’esigenza del ruolo di coordinamento dell’amministrazione pubblica, come si legge nel rapporto: “l’esperienza del welfare aziendale potrà espandersi e dare un contributo rilevante al rinnovamento generale dei sistemi di welfare se le istituzioni pubbliche attiveranno partnership a tutti i livelli con le imprese, aiutandole a mettersi in rete e a costruire progetti condivisi con le altre aziende del territorio, con le strutture della sanità, dell’assistenza e dell’istruzione, con le organizzazioni del terzo settore”.
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