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Aree Interne, il comunicato finale dei Vescovi riuniti a Benevento

Valorizzare le risorse locali, no a logiche del campanile, la possibilità di una nuova pastorale rurale.

Aree Interne, il comunicato finale dei Vescovi riuniti a Benevento

“Abbiamo in questi giorni riflettuto sul modo migliore per avviare una pastorale il più possibile idonea per le aree interne, interrogandoci soprattutto sulla ministerialità che nasce dal battesimo; una ministerialità che coinvolge tutte le membra del popolo di Dio e la molteplicità delle vocazioni, nella consapevolezza che non possiamo continuare a ripetere stereotipi ormai da tempo superati, quanto occorre piuttosto aprirsi alla voce dello Spirito, che non fa tanto cose nuove, ma fa nuove tutte le cose”. Lo raccontano i vescovi delle aree interne, riuniti ieri e oggi a Benevento, a conclusione dell’incontro. “È necessario perciò superare l’ottica ristretta del campanile, per aprirci a forme nuove, capaci di valorizzare al meglio le risorse a nostra disposizione. Esprimiamo viva e sincera gratitudine ai sacerdoti e agli operatori pastorali che con generosità lavorano nei territori interni affrontando non poche difficoltà: anche la formazione nei seminari dovrà tener conto di queste problematiche”, proseguono i presuli nel comunicato finale.
“Ripetiamo quanto dicemmo due anni fa, chiudendo il nostro incontro: ‘C’impegniamo a restare! La Chiesa non vuole abbandonare questi territori, senza per questo irrigidirsi in forme, stili e abitudini che finirebbero per sclerotizzarla. In tal senso c’impegniamo ad aiutare i nostri giovani che vogliono restare, cercando di offrire loro solidarietà concreta, e c’impegniamo ad accompagnare quelli che vogliono andare, con la speranza di vederli un giorno tornare arricchiti di competenze ed esperienze nuove’”, aggiungono.
I vescovi concludono: “In questi giorni abbiamo seminato, certi della Parola di Dio: ‘Guardate l’agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d’autunno e le piogge di primavera’ (Gc 5,7). Confidiamo che le nostre comunità siano quel terreno buono che, accogliendo il seme della Parola, la facciano crescere e fruttificare”.

Un ringraziamento anzitutto a Dio “per il dono dell’esperienza che ci ha dato di vivere, fatta di comunione e sinodalità concreta: l’amicizia, lo scambio sereno e fecondo, i momenti di distesa fraternità condivisi sono il valore aggiunto, la cifra peculiare di questa esperienza che porteremo con noi”. Lo rivolgono i circa 30 vescovi delle aree interne, riuniti ieri e oggi a Benevento, alla fine dell’incontro.
“A spronarci – spiegano nel comunicato finale dell’incontro – sono state anche le parole di Papa Francesco, che il 20 gennaio di quest’anno, ricevendo l’Associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli Enti locali, ha tra l’altro affermato: ‘I piccoli Comuni, soprattutto quelli che fanno parte delle cosiddette aree interne, e che sono la maggior parte, sono spesso trascurati e si trovano in condizione di marginalità. I cittadini che li abitano, una porzione significativa della popolazione, scontano divari importanti in termini di opportunità, e questo resta una fonte di disuguaglianza’”.
I presuli ricordano: “Le aree interne costituiscono la parte consistente e fragile di tutto il Paese (Nord, Centro, Sud), pur custodendo esse potenzialità straordinarie. In un tempo in cui la distanza relazionale crea vere e proprie disconnessioni umane e lo spazio, quello verde soprattutto, va rarefacendosi, queste vaste porzioni di territorio, dotate di paesaggio e di un ricco patrimonio storico-artistico ed enogastronomico, dove le relazioni umane sono vissute in modo autentico, si rivelano infatti di una ricchezza sorprendente anche allo sguardo più distratto”. Sono questi i luoghi – come ha detto per tutti il presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi – “che hanno la forza di essere comunità, luoghi dove i legami si rinsaldano e ci si ritrova”. Perciò, ha detto ancora, “è necessario partire dalle ‘periferie’, espressione felice di Papa Francesco, per capire anche tutto il resto. Il centro, infatti, si capisce dalle periferie”. I vescovi delle aree interne, quindi, sottolineano: “Terreno fecondo per il futuro potrà essere anche una nuova pastorale rurale, capace di valorizzare il mondo dei lavoratori della terra”.
I presuli sottolineano: “È compito primario della politica – con il concorso dei corpi intermedi – elaborare un piano globale per valorizzare tale risorsa: è stato in tal senso importante l’incontro che abbiamo avuto con l’Anci, nel quale abbiamo condiviso comuni obiettivi. Peraltro, trascurare la questione delle aree interne – che attraversa per intero il Paese, da nord a sud – rischia di ledere i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione e di allargare ulteriormente il fossato tra zone ricche e zone povere, fossato che in molte situazioni è vissuto già all’interno di una stessa Regione. Mentre auspichiamo, come ha detto ancora il nostro presidente, ‘politiche serie e stabili a sostegno della natalità e della famiglia’, riteniamo che ‘un’idea seria di accoglienza può dare futuro alle aree interne e anche al nostro Paese’”.

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