Bibbia, tutte levolte che la Misericordia...
Una rilettura ragionata, a cavallo fra Antico e Nuovo Testamento. La parola misericordia compare circa 145 volte nella nuova traduzione della Bibbia Cei, anche se nelle lingue originali della Scrittura (l'ebraico e il greco) non esiste un'unica parola che corrisponde all'italiano misericordia, e ciò comporta una certa varietà di traduzione.
Il biblista don Paolo Mascilongo, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Piacenza-Bobbio, docente di Sacra Scrittura al Collegio Alberoni di Piacenza e autore di diverse pubblicazioni di taglio biblico, interviene sul tema della “misericordia” al centro del Giubileo annunciato dal Papa.
La parola misericordia compare circa 145 volte nella nuova traduzione della Bibbia Cei, anche se nelle lingue originali della Scrittura (l’ebraico e il greco) non esiste un’unica parola che corrisponde all’italiano misericordia, e ciò comporta una certa varietà di traduzione.
Nell’ebraico biblico sono due i termini più utilizzati. Il primo è rehamîm, letteralmente “viscere”: è il sentimento profondo che lega due persone per ragioni di sangue e di cuore (genitori e figli, o fratelli); esprime perciò un amore quasi istintivo e, appunto, “viscerale”. L’altro termine è hesed, che designa “bontà”, “pietà”, “compassione” e indica sempre anche la fedeltà di Dio.
Nel testo greco, il termine più usato (sia nell’antica traduzione greca del testo ebraico, sia nel Nuovo Testamento) è il verbo eléo, che nell’Antico Testamento traduce di solito hesed, e significa “avere o agire con misericordia”; di norma è riferito a Dio. Altra parola greca è oiktirmòs (“commiserazione”), che si può collegare all’ebraico rehamîm, così come una terza parola, splanchna, che si ritrova anche nel Nuovo Testamento.
Sono quindi molti i termini che si possono tradurre con misericordia; d’altronde, sono anche molti i sinonimi di misericordia presenti nella traduzione italiana: amore, fedeltà, compassione, grazia… Non potendo, in poche battute, fare una panoramica adeguata, mi limiterò solamente a mostrare dove compare il termine misericordia nella traduzione Cei del 2008.
L’Antico Testamento. Nell’Antico Testamento, misericordia s’incontra talvolta in riferimento al comportamento dell’uomo (Gen 43,10; Sir 16,14), ma in senso proprio si riferisce a Dio. Già nel Pentateuco, la parte più importante dell’Antico Testamento, designa l’atteggiamento di Dio davanti al peccato e al tradimento dell’uomo; così il Signore si rivolge a Mosè: “A chi vorrò far grazia farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia” (Es 33,19). Ma è soprattutto in altre parti della Scrittura d’Israele che s’incontra la parola misericordia: così, in 2Sam 24,14, è Davide a proclamare che “la misericordia del Signore è grande”; da rileggere anche la grande preghiera contenuta nel libro di Neemia (cap. 9) oppure le tante citazioni del Secondo libro dei Maccabei (“egli non ci toglie mai la sua misericordia…”, 2Mac 6,16) e del Siracide. Anche i profeti cantano la misericordia di Dio; basti per tutti Is 54,10: “Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto… dice il Signore che ti usa misericordia” (qui è ben espressa la fedeltà di Dio). Ma sono forse i Salmi a contenere le più belle pagine dell’Antico Testamento sull’amore incondizionato di Dio, anche davanti al peccato: nelle parole di chi si rivolge a Dio nell’angoscia, leggiamo tutta la fiducia dell’uomo nei confronti di un Dio “pieno di misericordia con chi l’invoca” (Sal 85(86),5).
Il Nuovo Testamento. Nel Nuovo Testamento, la parola misericordia compare negli scritti di Paolo, in particolare nella Lettera ai Romani, sempre in riferimento all’agire di Dio verso gli uomini. L’apostolo l’utilizza poi anche in Ef 2,4, in uno splendido passaggio dove (insieme ad amore e grazia) indica l’agire salvifico di Dio in Gesù: “Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati”. Non mancano anche gli inviti ad agire con misericordia, ad esempio nelle Lettere di Giacomo e di Giuda.
Nei Vangeli, la parola misericordia compare cinque volte tra Mt e Mc (tra cui la quinta beatitudine, “beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”, Mt 5,7), e cinque volte nel solo Vangelo di Luca (tutte nel primo capitolo, dove Maria e Zaccaria esaltano la misericordia del Dio d’Israele). Proprio Luca è detto il “Vangelo della misericordia”, come ha recentemente ricordato il Papa annunciando il prossimo Anno Santo. A partire dalla richiesta di Lc 6,36 (“Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”), passando per lo sguardo compassionevole di Gesù verso la vedova di Nain (Lc 7,11-17) o la peccatrice (Lc 7,36-50), fino alle celebri tre parabole sulla misericordia del capitolo quindicesimo, tutto il terzo Vangelo fa della misericordia il tratto caratteristico di Dio, in particolare come atteggiamento verso il peccatore. Com’è chiaro, in Luca non è più questione di parole utilizzate: anche là dove misericordia non compare, è l’agire di Gesù che parla di misericordia, e lo fa fino alla fine, sulla croce… come non ricordare qui, in conclusione, il ladrone condannato a morte che si vede aprire, in modo inatteso e commovente, le porte del paradiso (Lc 23,43), come supremo gesto dell’amore misericordioso del Signore?
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