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Francesco alle Acli: lavoro sia libero, partecipativo, creativo, solidale

Udienza del Papa alle Acli nel 70° anniversario della loro fondazione. Bergoglio ritorna sulla dignità della vita dell'essere umano attraverso il lavoro. Lavorare è collaborare con il creatore e speranza di una vita nuova.

Parole chiave: agensir (678), papa francesco (323), acli (7)

Nel mondo globale “inedite sono l’ampiezza e la velocità di riproduzione delle disuguaglianze”. “Non possiamo permetterlo! Dobbiamo proporre alternative eque e solidali che siano realmente praticabili”. Così papa Francesco si è rivolto questa mattina in Vaticano alle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani), ricevute in udienza nell’aula Paolo VI per il 70° anniversario dell’associazione. È il lavoro il filo conduttore della riflessione del Papa, un lavoro che quando manca “toglie dignità, impedisce la pienezza della vita umana e reclama una risposta sollecita e vigorosa contro questo sistema economico e mondiale dove al centro non è l’uomo e la donna, ma un ‘dio’, il dio denaro!”, che “distrugge e provoca quella cultura dello scarto”. Una cultura dello scarto - ha rimarcato a braccio - per la quale “i bambini non si fanno, si sfruttano o si uccidono prima di nascere”, “gli anziani non hanno cure dignitose, non hanno medicine, hanno pensioni miserabili”, i giovani - con l’oltre 40% di disoccupazione in Italia - “sono un sacrificio che questa società mondana ed egoista offre al dio denaro”.  “Dobbiamo far sì che, attraverso il lavoro” - il “lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale” di cui parla l’“Evangelii gaudium” - “l’essere umano esprima e accresca la dignità della propria vita” - ha detto ancora Francesco. Il lavoro libero - contrapposto a quello “succube di oppressioni a diversi livelli” - è quello attraverso il quale “l’uomo, proseguendo l’opera del Creatore, fa sì che il mondo ritrovi il suo fine: essere opera di Dio che, nel lavoro compiuto, incarna e prolunga l’immagine della sua presenza nella creazione”. “Dobbiamo far sì - l’appello di Bergoglio - che il lavoro non sia strumento di alienazione, ma di speranza e di vita nuova”. Il lavoro, poi, sia “creativo”, ossia permetta all’uomo “di esprimere in libertà e creatività alcune forme d’impresa, di lavoro collaborativo svolto in comunità che consentano a lui e ad altre persone un pieno sviluppo economico e sociale”. “Ogni uomo e donna è poeta, è capace di creatività”, ha aggiunto papa Francesco, sottolineando che “non possiamo tarpare le ali a quanti, in particolare giovani, hanno tanto da dare con la loro intelligenza e capacità”. 
In terzo luogo, il “lavoro partecipativo”, che chiede all’uomo di esprimersi secondo la logica “relazionale”, vedendo “sempre nel fine del lavoro il volto dell’altro e la collaborazione responsabile con altre persone”. No, quindi, a “una visione economicista” dove “il lavoro perde il suo senso primario di continuazione dell’opera di Dio”. Infine, il “lavoro solidale”, che richiama l’impegno delle Acli, i cui circoli “possono essere luoghi di accoglienza e di incontro”. “Ma poi - ha aggiunto Bergoglio - bisogna anche dare strumenti e opportunità adeguate”, impegnandosi verso “nuovi percorsi d’impegno e di professionalità”. Libertà, creatività, partecipazione e solidarietà, “caratteristiche” che “fanno parte della storia delle Acli”. “Oggi più che mai - ha precisato - siete chiamati a metterle in campo, senza risparmiarvi, a servizio di una vita dignitosa per tutti”.     

Fonte: Sir
Francesco alle Acli: lavoro sia libero, partecipativo, creativo, solidale
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