Francesco nella parrocchia di Ognissanti a 50 anni dalla visita di Paolo VI: dalla liturgia alla vita
"La Chiesa ci chiama ad avere e promuovere una vita liturgica autentica, affinché vi possa essere sintonia tra ciò che la liturgia celebra e ciò che noi viviamo nella nostra esistenza".
“La Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium definisce la liturgia come «la prima e indispensabile fonte alla quale i fedeli possono attingere il vero spirito cristiano» (n. 14). Ciò significa riaffermare il legame essenziale che unisce la vita del discepolo di Gesù e il culto liturgico. Esso non è anzitutto una dottrina da comprendere, o un rito da compiere; è naturalmente anche questo ma in un’altra maniera, è essenzialmente diverso: è una sorgente di vita e di luce per il nostro cammino di fede”. Sono state queste alcune delle parole pronunciate oggi da papa Francesco nella parrocchia di Ognissanti a Roma, dove ha celebrato a 50 anni dalla prima messa presieduta in lingua italiana dal beato Paolo VI. Francesco ha commentato la lezione evangelica della III domenica d Quaresima, che propone Gesù che ribalta i banchi dei cambiamonete del tempio. “L’indegno commercio, fonte di lauti guadagni, provoca l’energica reazione di Gesù”. Una reazione che “riguarda piuttosto un tipo di religiosità” – ha detto il Papa. “Il gesto di Gesù è un gesto di ‘pulizia’, di purificazione”.
Francesco ha parlato della “corrispondenza tra liturgia e vita. La liturgia non è una cosa strana, là, lontana, e mentre si celebra io penso a tante cose, o prego il rosario. No, no. C’è una corrispondenza, tra la celebrazione liturgica che poi io porto nella mia vita; e su questo si deve andare ancora più avanti, si deve fare ancora tanto cammino”. Per Francesco, “la Chiesa ci chiama ad avere e promuovere una vita liturgica autentica, affinché vi possa essere sintonia tra ciò che la liturgia celebra e ciò che noi viviamo nella nostra esistenza”. Bergoglio si è poi soffermato sullo spirito di penitenza proprio del periodo di Quaresima e poi è tornato con la mente a mezzo secolo fa. “Proprio qui, cinquant’anni fa, il beato Paolo VI inaugurò, in un certo senso, la riforma liturgica con la celebrazione della Messa nella lingua parlata dalla gente. Vi auguro che questa circostanza ravvivi in tutti voi l’amore per la casa di Dio. In essa voi trovate un grande aiuto spirituale. Qui potete sperimentare, ogni volta che lo volete, la potenza rigeneratrice della preghiera personale e della preghiera comunitaria. L’ascolto della Parola di Dio, proclamata nell’assemblea liturgica, vi sostiene nel cammino della vostra vita cristiana. Vi incontrate tra queste mura non come estranei, ma come fratelli, capaci di darsi volentieri la mano, perché accomunati dall’amore per Cristo, fondamento della speranza e dell’impegno di ogni credente”.
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