Francesco: quando mi chiedono perché i bambini soffrono non so cosa rispondere
Udienza generale nella quale papa Francesco ha trattato il tema del dolore delle madri per la perdita dei figli.
“Davanti alla tragedia della perdita dei figli, una madre non può accettare parole o gesti di consolazione, che sono sempre inadeguati, mai capaci di lenire il dolore di una ferita che non può e non vuole essere rimarginata. Un dolore proporzionale all’amore”. Lo ha detto il Papa, che ha dedicato la prima udienza generale del 2017 a Rachele, “una figura di donna che ci parla della speranza vissuta nel pianto”, sposa di Giacobbe e madre di Giuseppe e Beniamino, morta nel dare alla luce il suo secondogenito. “Ogni madre sa tutto questo”, ha proseguito il Papa. Francesco ha constatato come “sono tante, anche oggi, le madri che piangono, che non si rassegnano alla perdita di un figlio, inconsolabili davanti a una morte impossibile da accettare”. Il Papa ha evidenziato come “per parlare di speranza a chi è disperato, bisogna condividere la sua disperazione; per asciugare una lacrima dal volto di chi soffre, bisogna unire al suo il nostro pianto. Solo così le nostre parole possono essere realmente capaci di dare un po’ di speranza”. “E se non posso parlare così – ha aggiunto a braccio – col pianto, col dolore, meglio il silenzio: le carezze, il gesto e niente parole”.
"Quando qualcuno si rivolge a me e mi fa domande difficili – ‘ma Padre, perché soffrono i bambini?’ – davvero io non so cosa rispondere” - ha detto ancora Francesco. Il testo di Rachele “ci mette di fronte alla tragedia dell’uccisione di esseri umani indifesi, all’orrore del potere che disprezza e sopprime la vita. I bambini di Betlemme morirono a causa di Gesù. E Lui, Agnello innocente, sarebbe poi morto, a sua volta, per tutti”. “Il Figlio di Dio è entrato nel dolore degli uomini, lo ha condiviso e ha accolto la morte”, ha proseguito il Papa: “La sua Parola è definitivamente parola di consolazione, perché nasce dal pianto”. “Non dimenticate questo”, il monito a braccio rivolto ai presenti. E di fronte alle domande sul dolore innocente, il Pontefice risponde “soltanto” con questo suggerimento: “Ma guarda il Crocifisso, Dio ci ha dato suo Figlio e Lui ha sofferto, e forse lì troverai la risposta. Ma risposte di qua non ci sono. Soltanto guardare l’amore di Dio che dà suo Figlio che offre la sua vita per noi, può indicare qualche strada di consolazione. Per questo si dice che Dio è entrato nel dolore degli uomini”. “E sulla croce sarà Lui, il Figlio morente, a donare una nuova fecondità a sua madre, affidandole il discepolo Giovanni e rendendola madre del popolo dei credenti”, ha concluso Francesco: “La morte è vinta, e giunge così a compimento la profezia di Geremia. Anche le lacrime di Maria, come quelle di Rachele, hanno generato speranza e nuova vita”.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento