Giubileo, spazio ai pellegrini poveri
Il progetto "Ospitalità misericordiosa"
“Ospitalità misericordiosa”. Due paroline che dicono tanto. Contro i pregiudizi, la disinformazione, la voglia di denigrare a tutti i costi. Il tema dell’“accoglienza e dell’ospitalità misericordiosa” è stata ieri al centro della riflessione del Coordinamento nazionale “Case per ferie” presso l’Ufficio per la pastorale del turismo sport tempo libero della Cei. In vista dell’Anno Santo della Misericordia, l’intento è di qualificare ancora di più evangelicamente il servizio di accoglienza e ospitalità verso i pellegrini. L’idea dell’”ospitalità misericordiosa” (clicca qui) nasce dall’esperienza del portale “Ospitalità religiosa” che fa parte del Coordinamento e consiste nel mappare tutte le strutture recettive che metteranno a disposizione gratuitamente, per tutto l’Anno Santo, una o più camere a favore di soggetti che vorrebbero vivere il pellegrinaggio giubilare, ma che per proprie vicende, disagi, fragilità non ne hanno la possibilità economica.È una bella risposta, forse la migliore, a chi accusa la Chiesa di non pagare le tasse per l’Imu e la Tasi. D’altra parte, la posizione del Papa e della Chiesa italiana su questo fronte è chiara e non lascia adito a dubbi, come qualcuno vorrebbe far credere. Le parole di Francesco sono state inequivocabili: “Un convento religioso è esentato dalle imposte, però se lavora come un albergo paghi le tasse, altrimenti non è una cosa sana”. Anche quelle del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, sono chiarissime: “Se qualche situazione di abuso fosse rilevabile, non vi è dubbio che vada sanzionata nell’interesse di tutti”. Insomma, la Chiesa, nel suo insieme, non vuole sottrarsi al dovere di pagare le tasse, come forse si vorrebbe far credere.Dall’incontro di ieri del Coordinamento nazionale “Case per ferie” è emersa anche grande disponibilità ad operare in risposta all’appello del Papa per l’accoglienza ai profughi: verrà accertata la disponibilità di strutture da segnalare alle organizzazioni preposte della Chiesa per tale accoglienza secondo lo spirito indicato dal Pontefice. Di qui è scaturita l’esigenza di portare a compimento l’opera avviata da tempo nel riconsiderare la missione e il carisma dell’ospitalità religiosa valorizzando la “carta di accoglienza”, redatta da tutte le organizzazioni che si occupano di “case per ferie”, e il “codice etico” dell’ospitalità religiosa nel quale indicare i parametri per considerarsi parte di questa rete ricettiva. Sarà ancor di più dato valore alle tre dimensioni essenziali per esser considerata “casa per ferie religiosa”: evangelizzazione, cultura, solidarietà. Basterà tutto questo per “insinuare” il dubbio che forse non tutto quello che si afferma contro la Chiesa in materia di pagamento delle tasse risponda a verità?
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