Guardare negli occhi e servire il prossimo, la ricetta di Francesco per i neovescovi
Santa Messa presieduta da Francesco in San Pietro l’ordinazione episcopale di monsignor Miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e di monsignor Peter Bryan Wells, nunzio apostolico in Sud Africa, Botswana, Lesotho e Namibia.
È Cristo che predica, è Cristo che fa la Chiesa, che feconda la Chiesa, è Cristo che guida la Chiesa: questo è il vescovo”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nell’omelia della Messa celebrata oggi nella basilica di San Pietro, per l’ordinazione episcopale di monsignor Miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e di monsignor Peter Bryan Wells, nunzio apostolico in Sud Africa, Botswana, Lesotho e Namibia. “Nel vescovo – ha ricordato il Papa, che ha seguito sostanzialmente lo schema dell’omelia rituale prevista nell’edizione italiana del Pontificale Romano per l’ordinazione dei vescovi, arricchendolo però di interventi fuori testo – è presente lo stesso Signore Nostro Gesù Cristo, sacerdote in eterno”. Ai nuovi vescovi, in particolare, ha ricordato le parole di Gesù: “Chi ascolta voi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me; chi disprezza me disprezza Colui che mi ha mandato”.
“Siate servitori, di tutti, dei più grandi e dei più piccoli: sempre servitori, al servizio”. È il compito affidato dal Papa – parlando a braccio – ai due nuovi vescovi, monsignor Miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, e monsignor Peter Bryan Wells, nunzio apostolico in Sud Africa, Botswana, Lesotho e Namibia, da lui ordinati nella basilica di San Pietro. “Siete stati scelti fra gli uomini – ha ricordato – e per gli uomini siete stati costituiti nelle cose che riguardano Dio: l’episcopato è il nome di un servizio, non un onore, perché al vescovo compete più il servizio che il dominare”. “Chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo”, ha detto infatti Gesù. “Non dimenticate – l’esortazione a braccio del Papa ai due nuovi vescovi -: il primo compito del vescovo è la preghiera, questo l’ha detto Pietro il giorno dell’elezione dei sette diaconi. Il secondo compito è l’annuncio della Parola, poi vengono gli altri. Ma prima la preghiera”.
“Dietro ogni carta c’è una persona, dietro ogni lettera che riceverete c’è una persona”. Conferendo oggi nella basilica di San Pietro l’ordinazione episcopale a monsignor Miguel Angel Ayuso Guixot e monsignor Peter Bryan Wells, il Papa è entrato, a braccio, nel dettaglio delle modalità di esercizio del ministero episcopale. “Che quella persona – è stato l’auspicio sempre fuori testo – sia conosciuta da voi e che voi siate capaci di conoscerla”. “Amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida, anzitutto i presbiteri e i diaconi”, la consegna del Papa, che subito dopo ha fatto un’altra aggiunta fuori testo: “Fa piangere vedere un presbitero che chiede di parlare con il suo vescovo e la segretaria gli risponde: ‘Ha tante cose da fare, ti può vedere tra tre mesi…'”. “Il primo prossimo del vescovo è il suo presbitero”, ha ammonito Francesco: “Se non ami il tuo primo prossimo, non sarai capace di amare tutti”.
“Guardare sempre agli occhi” - ha raccomandato il Papa I vescovi, ha ricordato Francesco, devono essere “vicini ai poveri, agli indifesi e a quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto”. “Guardate i fedeli negli occhi, per guardare il cuore, e quel fedele tuo possa guardare nel tuo cuore”, l’invito fuori testo del Papa, che ha chiesto ai due nuovi vescovi: “Abbiate attenzione a quanti non appartengono all’ovile di Cristo; ricordatevi di portare in voi la sollecitudine di tutta la Chiesa; soccorrete generosamente quelle persone bisognose di aiuto; vegliate con amore su tutto il gregge”. Ancora a braccio il saluto e l’augurio finale: “Il Signore vi accompagni, vi sia vicino in questa strada che oggi cominciate”.
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