IFeelCud, 191 progetti presentati. 8 i premiati
Spaziano dal microcredito alla dispersione scolastica, dalla valorizzazione di migranti e rifugiati all’inserimento lavorativo dei giovani, dalla creazione di “botteghe di mestieri” fino ad affrontare il disagio sociale e promuovere l’accoglienza di persone prive di protezione umanitaria e sociale. Ma tutti vanno nella stessa direzione: ascoltare i bisogni del territorio per dare loro una risposta concreta secondo lo spirito di apertura e di accoglienza testimoniato da Papa Francesco. Sono questi gli ambiti degli 8 progetti vincitori della sesta edizione, anno 2016, del concorso “IfeelCUD”.
Resi noti gli 8 progetti vincitori della sesta edizione, anno 2016, del concorso “IfeelCUD”, promosso dal Servizio per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e rivolto a tutte le parrocchie italiane con lo scopo di promuovere la scelta di destinare, in modo consapevole, l’8xmille alla Chiesa cattolica. I progetti in concorso sono stati scelti tra quelli presentati da 191 parrocchie italiane, un numero pressoché raddoppiato rispetto alla scorsa edizione. Questa la classifica 2016: primo premio, 15 mila euro, alla parrocchia “Gesù Divin Salvatore”, della zona Tor de’ Cenci, un quartiere periferico della Capitale, per il progetto “Le mani, la testa, il cuore”; secondo premio, 10 mila euro, alla parrocchia “Santi Cosma e Damiano” di Acireale, Catania, per il progetto “Il buon fattore”; terzo premio, 8 mila euro, alla parrocchia dei “santi Andrea e Rita” di Trieste per il progetto “Alzati e cammina”; quarto premio, 6 mila euro, alla parrocchia di “San Vitaliano” di Sparanise, Caserta, per il progetto “I feel green”; quinto premio, 4 mila euro, alla parrocchia “san Nicolò” di Fabriano per il progetto “Art Lab – Tu sei un bene per noi”; sesto premio, 3 mila euro, alla parrocchia “San Martino” di Rebbio, Como per il progetto “Pane e cipolle”; settimo premio, 2 mila euro, alla parrocchia “Ss. Salvatore” di Messina, per il progetto “Studiare insieme e più facile”; ottavo premio, mille euro, alla parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” di Randazzo, Catania, per il progetto “Job care”. Premiati a pari merito anche due video, uno della parrocchia di “Santa Giustina” di Mondulfo (Pu) e di “Santa Maria Addolorata” di Alezio (Le).
Risposte concrete. Il progetto vincitore arriva dalla periferia romana e porta il titolo “Le mani, la testa, il cuore”. Tra i suoi scopi quello di “creare nuove opportunità di lavoro per i giovani”, vera emergenza locale. La strategia è quella di “erogare percorsi di formazione gratuiti per mestieri artigianali (elettricista – idraulico – edile); far conoscere il progetto al territorio per attrarre chi ha bisogno di servizi artigianali, facendo rete tra le parrocchie”. Su questa linea si pone anche “I feel green” voluto dalla parrocchia di Sparanise per potenziare le capacità dei giovani residenti e immigrati del comune, anche attraverso corsi di formazione professionale volti al conseguimento della qualifica riconosciuta di potatore/innestatore, figura professionale oggetto di forte domanda da parte delle aziende del comparto agricolo. Da Randazzo arriva invece il progetto per la creazione di tre laboratori di sartoria, ristrutturazione del legno e artigianato digitale (siti internet, e-commerce e database digitali) e da Fabriano botteghe di artigianato artistico di alta gamma in ceramica, feltro, gesso e restauro di mobili antichi. Passare dall’accettazione all’integrazione è la direzione in cui si muove il progetto “Pane e cipolle” della parrocchia “San Martino” di Rebbio, il quartiere più multietnico della periferia sud di Como. Per questo il gruppo guidato dal parroco, don Giusto Della Valle, ha scelto di dare strumenti di aggregazione per i residenti migranti come una serra per coltivare piante aromatiche, un forno da esterni per cucinare pane e pizze e una lavagna multimediale per insegnare la lingua italiana. Qualcosa di analogo è stato pensato dalla parrocchia “Santi Cosma e Damiano” di Acireale che con i soldi del premio intende realizzare “un orto sociale a coltivazione biologica” e due alloggi per i “contadini” con annesso rimessaggio degli attrezzi. Un progetto rivolto a quelle persone che vivono una situazione di disagio sociale o che si trovano nello status di rifugiati e richiedenti asilo. A chi si trova in difficoltà per mancanza di aiuto tempestivo ha pensato la parrocchia dei “santi Andrea e Rita” di Trieste, con un progetto di microcredito. Un aiuto per ritrovare autonomia e da restituire secondo il principio di reciprocità. Per contrastare la dispersione scolastica, vero flagello del territorio, la parrocchia “Ss. Salvatore” di Villaggio Aldisio a Messina ha pensato a un doposcuola con attività educative per giovani di famiglie disagiate e afflitte da disoccupazione, carcere, violenza familiare e disturbi cognitivi. Interventi per singoli e piccoli gruppi, mirati a trasmettere un metodo di studio personalizzato.
Parrocchie aperte. “Abbiamo voluto premiare quei progetti che rispondevano, da un lato, alla capacità di andare incontro ai bisogni del territorio anche nella prospettiva della eventuale creazione di posti di lavoro, e dall’altro, a criteri di sostenibilità tali da permettere al progetto di proseguire il suo cammino anche dopo l’erogazione del contributo Cei”, ha dichiarato al Sir Matteo Calabresi, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa. “Tutti i progetti hanno mostrato di aver letto e ascoltato i bisogni del territorio cercando di dare loro una risposta concreta”. Altro elemento importante che emerge dai progetti premiati, secondo Calabresi, “è la ricerca di accoglienza e integrazione effettiva di persone con disagio sociale. Una attenzione particolare, comune a tutti i progetti presentati, è quella verso i giovani. Questa è una direzione intrapresa da tantissime parrocchie, segno evidente che ascoltano e seguono le parole dei nostri vescovi e di Papa Francesco. Ancora una volta tutte le nostre parrocchie si mostrano aperte all’ascolto, creative, e cercano di fare qualcosa di bene e di buono rimboccandosi le maniche”.
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