Il Papa: "Gesù è la misericordia di Dio fatta carne"
Con l'udienza generale di questa mattina il Papa ha iniziato le riflessioni sulla misericordia e il Vangelo. 25 mila persone in piazza San Pietro.
“Dopo aver riflettuto sulla misericordia di Dio nell’Antico Testamento, oggi iniziamo a meditare su come Gesù stesso l’ha portata al suo pieno compimento”. Con queste parole il Papa ha cominciato la catechesi dell’udienza di oggi, in cui ha iniziato un ciclo di riflessioni sul rapporto tra Gesù e la misericordia. “Gesù è la misericordia di Dio fatta carne”, ha ricordato: “Una misericordia che Egli ha espresso, realizzato e comunicato sempre, in ogni momento della sua vita terrena”. “Incontrando le folle, annunciando il Vangelo, guarendo gli ammalati, avvicinandosi agli ultimi, perdonando i peccatori – ha proseguito Francesco – Gesù rende visibile un amore aperto a tutti, nessuno escluso, senza confini. Un amore puro, gratuito, assoluto. Un amore che raggiunge il suo culmine nel sacrificio della croce”. “Sì, il Vangelo è davvero il Vangelo della Misericordia, perché Gesù è la Misericordia!”, ha esclamato il Papa.
Infatti - ha ricordato il Papa - “tutti e quattro i Vangeli attestano che Gesù, prima di intraprendere il suo ministero, volle ricevere il battesimo da Giovanni Battista”. Per Francesco, “questo avvenimento imprime un orientamento decisivo a tutta la missione di Cristo”, il quale “non si è presentato al mondo nello splendore del tempio, non si è fatto annunciare da squilli di trombe, e neppure è venuto nelle vesti di un giudice”, ma “dopo trent’anni di vita nascosta a Nazaret, Gesù si è recato al fiume Giordano, insieme a tanta gente del suo popolo, e si è messo in fila con i peccatori, per farsi battezzare”. “Non ha avuto vergogna”, ha aggiunto Francesco a braccio, commentando che “fin dall’inizio del suo ministero” Gesù “si è manifestato come Messia che si fa carico della condizione umana, mosso dalla solidarietà e dalla compassione”. “Tutto quanto Gesù ha compiuto dopo il battesimo – l’analisi del Papa – è stato la realizzazione del programma iniziale: portare a tutti l’amore di Dio che salva; farsi prossimo agli ultimi, comunicando loro la misericordia di Dio che è perdono, gioia e vita nuova”. “Il Figlio inviato dal Padre è realmente l’inizio del tempo della misericordia per tutta l’umanità!”, ha esclamato Francesco. “Gesù non ha portato l’odio, non ha portato l’inimicizia. Ci ha portato l’amore, l’amore grande, un amore aperto per tutti noi, un amore che salva” - la certezza del Santo Padre.
"Non dobbiamo temere di riconoscerci e confessarci peccatori”, ha ammonito ancora Francesco. “Ma quante volte – si è chiesto ancora fuori testo – noi diciamo: ‘Questo è un peccatore, ha fatto questo, quello’, e giudichiamo gli altri. E tu?”. “Ognuno di noi dovrebbe domandarsi: sì, quello è un peccatore, e io?”, l’invito del Papa: “Tutti siamo peccatori, ma tutti siamo perdonati. Tutti abbiamo la possibilità di ricevere questo perdono che è la misericordia di Dio”. “Non dobbiamo temere di riconoscerci peccatori, confessarci peccatori, perché ogni peccato è stato portato dal Figlio sulla Croce, e quando noi lo confessiamo pentiti affidandoci a lui, siamo certi di essere perdonati”.
Da qui la necessità del sacramento della Riconciliazione, che "rende attuale per ognuno la forza del perdono che scaturisce dalla Croce e rinnova nella nostra vita la grazia della misericordia che Gesù ci ha acquistato!”. “Non dobbiamo temere le nostre miserie”. “Ognuno di noi ha le proprie”, ha aggiunto a braccio, ma “la potenza d’amore del Crocifisso non conosce ostacoli e non si esaurisce mai. E questa misericordia cancella le nostre miserie”. “In questo Anno Giubilare chiediamo a Dio la grazia di fare esperienza della potenza del Vangelo”, l’augurio del Papa ai circa 25mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro: “vangelo della misericordia che trasforma, che fa entrare nel cuore di Dio, che ci rende capaci di perdonare e guardare il mondo con più bontà. Se accogliamo il Vangelo del Crocifisso Risorto, tutta la nostra vita è plasmata dalla forza del suo amore che rinnova”.
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