Il Papa in Bosnia: un viaggio per la pace
Densa di appuntamenti la giornata di Bergoglio a Sarajevo, sabato 6 giugno. Sarà il terzo viaggio di un pontefice in Bosnia. In arrivo decine di migliaia di pellegrini da tutta la Bosnia e dai Balcani.
"Un messaggio di pace, di convivenza, di riconciliazione e di ricostruzione per il futuro comune della Bosnia": così padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha presentato il viaggio apostolico che Papa Francesco compirà il prossimo 6 giugno a Sarajevo. Una visita densa di impegni e di incontri, ha sottolineato il portavoce vaticano, "molto significativa poiché Sarajevo è, per la sua storia, il luogo dove parlare di guerra, di pace e di riconciliazione ma anche di dialogo ecumenico e interreligioso". Anche per questo motivo del seguito papale faranno parte due cardinali: Jean Louis Tauran e Kurt Koch, rispettivamente presidenti dei Pontifici Consigli per il dialogo interreligioso e per l'unità dei cristiani.
Il volo delle colombe. Ripercorrendo tutte le tappe del 6 giugno, padre Lombardi ha spiegato che durante la cerimonia di benvenuto nel piazzale antistante il palazzo presidenziale, "dopo gli inni e gli onori militari verranno liberate delle colombe a richiamare la colomba della pace posta nel logo della visita". "La pace sia con voi" è, infatti, il motto della visita e il logo raffigura una colomba con il ramoscello d'ulivo, simbolo di pace, e con la croce, una parte della quale è un triangolo stilizzato che simboleggia i confini della Bosnia. Alla messa allo Stadio olimpico di Sarajevo parteciperanno non meno di 60mila persone e "il Papa farà in jeep aperta, che normalmente usa in piazza San Pietro, il giro di campo per salutare i fedeli". A concelebrare la messa saranno circa 30 vescovi, non solo bosniaci ma anche dalla Croazia, guidati dal cardinale arcivescovo di Zagabria, Josip Bozanić, dalla Macedonia e dalla Serbia. Oltre mille i sacerdoti finora registrati. Durante la messa canterà un coro composto da circa 1.700 voci. In papamobile anche gli spostamenti interni a Sarajevo. "Questo consentirà di vedere i tanti cimiteri e le tombe dislocate nella città. Durante l'assedio, infatti, i morti venivano sepolti anche nei giardini cittadini" ha ricordato Lombardi. L'incontro pomeridiano in cattedrale con il clero e i consacrati sarà invece caratterizzato "da tre forti testimonianze rese da un sacerdote, da una suora e da un religioso". Molto atteso è l'incontro interreligioso cui parteciperanno oltre all'arcivescovo di Sarajevo, cardinale Vinko Puljic, un esponente ciascuno delle comunità ortodossa, ebrea e islamica. Ultimo atto della visita sarà quello con i giovani, presso il centro diocesano giovanile "San Giovanni Paolo II". Due giovani, una ortodossa e un croato cattolico, porteranno la loro testimonianza. "Il Papa - ha detto padre Lombardi - farà dono al centro di una statua di san Giovanni Paolo II". Rigide le misure di sicurezza anche se per il portavoce "non ci sono particolari preoccupazioni: non ci risulta siano pervenute minacce di stampo terroristico".
Sulle orme di Wojtyla. Quello di Papa Francesco sarà il terzo viaggio di un pontefice in Bosnia, dopo quelli di Giovanni Paolo II nel 1997 e nel 2003, e il secondo a Sarajevo. "È un Paese che ha una struttura istituzionale complessa - ha ricordato il direttore della Sala Stampa - con una presidenza composta da tre presidenti, un bosniaco islamico, un serbo e un croato, che riproduce una composizione demografica, etnica e religiosa altrettanto complessa. Dei circa 3,8 milioni di abitanti, il 40% è musulmano, il 31% serbo ortodosso, il 15% croato cattolico e il resto di altre etnie e religioni, compresa la ebraica. La Bosnia ha attraversato decenni drammatici di guerra, ora si lavora per una convivenza pacifica e armonica. Attualmente la situazione non è comunque facile: il Paese esce da eventi di grande tensione e attraversa una situazione economica difficile, con forti conflitti sociali". Il viaggio di Papa Francesco avrà per questo "grande importanza e lancerà un messaggio di pace, di riconciliazione e di ricostruzione per il futuro del Paese".
Pellegrini da tutti i Balcani. E gli effetti positivi della visita del Papa si fanno già sentire sul piano economico e turistico: "La ricettività alberghiera della zona di Sarajevo - dichiarano dall'ufficio turistico di Sarajevo - si attesta su 8.800 posti letto, già completi, ma si sta lavorando per avere maggiore disponibilità così da dare alloggio a tutti". Spetterà a 500 volontari il compito di accogliere i fedeli in arrivo. A fare la parte del leone sono quelli croati. Adesioni anche dalle missioni cattoliche croate all'estero (Austria, Germania, Svizzera, Macedonia, Bulgaria, Egitto) e dalle diocesi di Mostar-Duvno e Trebinje-Mrkan. Arrivi anche dalla Slovenia e dall'Italia. Sono attesi gruppi di bikers dalla Croazia e dall'Erzegovina. Intanto su You Tube circola il video dell'inno della visita papale, intitolato "Sulle orme di pace".
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