L'Eparchia di Lungro riflette sulle tante angolature della misericordia
Ricche di contenuti le relazioni rese all'interno dell'assemble eparchiale nell'Anno Santo, che si è svolta a Castrovillari. Da Parenti a Gargano fino a Burigana e al Vescovo di Lungro.
“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Mt 5,7 letto con lo sguardo rivolto alla Pars Orientis Ecclesiae”. Questo il titolo della trattazione di Padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese. Padre Innocenzo Gargano è stato il primo relatore dei tre che oggi e domani doneranno le proprie riflessioni ai fedeli dell’Eparchia di Lungro, riunitasi a Frascineto per la XXIX Assemblea Diocesana. Padre Innocenzo, dopo aver riletto il brano delle Beatitudini secondo Matteo, ha trattato del tema della Misericordia di Dio, richiamando alcuni punti ricavati dal testo biblico dell’Antico e del Nuovo Testamento. Dopo aver fatto riferimento al modo paradossale di vivere la misericordia nel monachesimo orientale, letto alla luce della definizione evagriana di monaco inteso come “colui che si allontana da tutti per essere maggiormente presente a tutti”, nella terza parte ha scoperto nell’idioritmia, monachesimo fondato sul Mistero Trinitario, l’apporto nuovo e intrigante che la sensibilità orientale può dare all’intero mondo cristiano sulla declinazione del tema centrato sulla Misericordia di Dio. Concludendo, dal contributo di Padre Gargano è emersa la necessità, per essere misericordiosi, di avere un cuore puro, un cuore pulito che permetta di “non anteporre nulla, assolutamente nulla, all’amore di Cristo”. Il cuore puro, si rinnova nell’aver a che fare per tutta la vita con Cristo.
ESTRATTO DELLA RELAZIONE DEL PROF. STEFANO PARENTI, DOCENTE DI LITURGIA PRESSO IL PONTIFICIO ATENEO SANT'ANSELMO: La tradizione bizantina in alcuni “luoghi teologici” esprime al meglio il concetto di misericordia, in particolare nel rapporto liturgia, vita, giustizia, guarigione. “La misericordia è il vero sacrificio in quanto comporta una rinuncia”. Tutta la liturgia bizantina è attraversata dalla continua richiesta di misericordia nell’espressione: “Kìrie elèison”. Si tratta, oltre che di una richiesta di perdono del Signore, anche di una preghiera di lode. Nella tradizione Cristiana presente nella liturgia, la misericordia è il fondo della sapienza che ci pervade e ci porta, sul modello di Cristo, a vivere nella nostra vita la misericordia invocata come dono che si può ricevere e trasmettere attraverso il perdono verso se stessi e gli altri.
La giornata di mercoledì 31 agosto si è aperta con la celebrazione della divina liturgia. Poi è proseguita con la relazione di Riccardo Burigana, presidente del Centro studi per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso e le conclusioni dell'Eparca, monsignor Donato Oliverio.
RELAZIONE DI RICCARDO BURIGANA, DIRETTORE DEL CENTRO STUDI PER L'ECUMENISMO: “Il Papa ha indicato che il cammino dell'unità sia una priorità da vivere nella quotidianità delle esperienze della fede nelle comunità locali. Occorre uno stile di vita ecumenico legato alla Parola di Dio, all'ascolto e al dialogo con gli altri, all'accoglienza". Lo ha detto Riccardo Burigana, direttore del Centro studi per l'ecumenismo, intervenuto a Castrovillari (Cs) all'assemblea dell'eparchia di Lungro, convocata sul tema "Poiché è per sempre la sua misericordia". Intervenendo su "Dialogo ecumenico, porta della misericordia", Burigana ha detto che "uno stile ecumenico ci fa conoscere meglio la nostra fede, apprezzare i doni degli altri e ci fa capire che la Chiesa non fa missione, la Chiesa è missione. E questo nell’anno della misericordia è un modo per accogliere e aprire le porte". Per Burigana, questo è "un anno particolare in cui dobbiamo cogliere la possibilità di vivere in maniera diversa, in una società in cui la pace non sia un'utopia", e insieme "coltivare la speranza – che, per Burigana - vuol dire che tutti i cristiani sono chiamati a cambiare il mondo". Il relatore ha rivisitato i diversi incontri di papa Francesco con i capi delle altre confessioni cristiane. "Stiamo vivendo una primavera mediterranea per quello che riguarda il dialogo ecumenico. Papa Francesco ha sollevato speranze che vanno al di là della Chiesa cattolica" - ha detto Burigana. Un accenno Burigana ha compiuto al "martirio dei cristiani", auspicando che "il loro sangue aiuti i cristiani a vivere l'unità nella diversità, perché il martirio cessi". Poi, l’invito a "fare insieme", che per Burigana significa "cultura dell'accoglienza" ("non si possono creare i corridoi umanitari, che pure vanno fatti, e non curare il vicino di casa"), "salvaguardia del creato" ("un giovane cammino ecumenico"), "costruzione dei ponti" ("un impegno che i cristiani possono condividere con altre religioni e anche con altre culture"). Infine, la conclusione: "non ci può essere Chiesa che non sia votata all'unità, perché senza l'unita la Chiesa zoppica".
CONCLUSIONI DI MONSIGNOR DONATO OLIVERIO, EPARCA DI LUNGRO: “Ci dobbiamo rendere sempre più conto che il cammino della Chiesa è la carità e la misericordia. E questo dobbiamo essere in grado di testimoniarlo nella nostra vita”. Lo ha detto monsignor Donato Oliverio, eparca di Lungro, tirando le conclusioni dell’assemblea eparchiale, svoltasi a Castrovillari (Cs) sul tema “Poiché è per sempre la sua misericordia”. La misericordia – per mons. Oliverio – “è questione di una conversione pastorale che ha le sue radici in quella spirituale”. Il presule, indicando gli impegni per il nuovo anno pastorale in diocesi, ha affermato che “i soggetti ecclesiali devono essere la famiglia, i giovani e i poveri”. “Dobbiamo farlo camminando insieme, profondamente uniti nel Signore, coinvolgendo anche chi sta fuori e portando a tutti il Vangelo della gioia secondo le cinque vie indicate dal Convegno di Firenze”. Mons. Oliverio auspica “una pastorale ordinaria e di accompagnamento sulla via della fede prima che su quella dell'offerta dei servizi”. Tra le esigenze, quella di “curare i giovani in una prospettiva di accoglienza e dialogo”, “raggiungere le persone dentro il loro ambiente di vita dialogo e incontro”, “far risuonare l'annuncio del Vangelo e la catechesi”. Per questo, la decisione di donare una bibbia a ogni famiglia, “perché così la famiglia cresce e cammina alla luce della Parola di Dio, tessuto della nostra Chiesa diocesana”. Auspicando, a partire dal lavoro pastorale in eparchia, “una progressiva creazione di una nuova piccola storia la quale valorizzi le proprie tradizioni cristiane per le esigenze dei nuovi tempi”, per “una formazione culturale e religiosa in una più ampia predisposizione per il dialogo”, mons. Oliverio ha parlato anche di “pietà popolare punto di partenza per una concreta nuova evangelizzazione” – secondo le riflessioni recenti della Conferenza episcopale calabra.
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